Denunciata Buongiorno Vitaminic

Denunciata Buongiorno Vitaminic

Le accuse parlano di utilizzo abusivo di dati personali, frode informatica e accesso abusivo a sistemi informatici. L'azienda si difende ma chi denuncia insiste: danni gravissimi (UPDATE)
Le accuse parlano di utilizzo abusivo di dati personali, frode informatica e accesso abusivo a sistemi informatici. L'azienda si difende ma chi denuncia insiste: danni gravissimi (UPDATE)


Milano – La più importante società italiana di gestione di newsletter e da tempo multinazionale dei servizi internet e di quelli mobili, Buongiorno Vitaminic, quotata a Milano e al Nasdaq, è stata denunciata dalla Guardia di Finanza per illecito trattamento dei dati personali, frode informatica e accesso abusivo ad un sistema informatico.

L’operazione condotta dal Nucleo Regionale di Polizia Tributaria della Lombardia sotto il coordinamento del Sostituto procuratore presso il Tribunale di Milano Gianluca Braghò, come si legge in una nota diffusa dalle Fiamme Gialle, “ha consentito di porre fine all’illecito trattamento dei dati personali di oltre 450.000 soggetti”.

Le indagini, seguite dai cybercop del Gruppo Repressione Frodi, già distintesi in altre importanti operazioni , hanno portato alla denuncia del Rappresentante legale e del Responsabile del trattamento dati personali della società per i reati di cui sopra.

Secondo le Fiamme Gialle, l’azienda era stata incaricata di gestire, per conto di altra impresa online, il database degli iscritti ad una newsletter abbinata ad un noto sito internet. Tuttavia, dopo la risoluzione del contratto con il titolare del sito, la stessa avrebbe continuato ad utilizzare il sistema informatico di gestione del servizio di newsletter inviando migliaia di e-mail pubblicitarie agli abbonati senza averne richiesto il preventivo consenso, un’azione che la GdF definisce spamming.

“Immediato e rilevante – stando alla polizia tributaria – il vantaggio derivante dal mancato pagamento degli introiti al legittimo concedente del servizio (titolare del sito Internet) e dall’abusiva diffusione dei messaggi pubblicitari concernenti la propria attività”.

“Problemi, invece – continua la GdF – per gli utenti che, in molti casi, si sono trovati nell’impossibilità di eliminare i messaggi non autorizzati dalla propria casella di posta elettronica e di cancellarsi dalla newsletter”.

Gli elementi probatori acquisiti sono stati comunicati anche al Garante per la protezione dei dati personali che dovrà pronunciarsi sull’irrogazione della sanzione amministrativa a titolo di risarcimento danni.

“Tenuto conto che la società oggetto d’indagine gestisce altri database contenenti i dati personali di quasi 50 milioni di utenti italiani e stranieri iscritti a varie newsletter – conclude la nota – le indagini sono ora volte ad accertare eventuali ulteriori violazioni alla vigente normativa sulla privacy”.

Di seguito la replica di Buongiorno Vitaminic e, in terza pagina, il successivo comunicato della società che ha sporto denuncia.


In una nota diffusa dalla società, Buongiorno Vitaminic “si dichiara tranquilla di poter chiarire completamente presso le Autorità competenti la posizione propria e dei propri manager, che è assolutamente corretta dal punto di vista dei rapporti contrattuali con terzi, del rispetto delle normative sulla Privacy e, in generale, della fairness commerciale e professionale”.

“In particolare – spiega la nota – nega nel modo più assoluto di aver continuato a gestire una lista di terzi dopo la risoluzione del contratto, voluto da Buongiorno stessa, nell?ambito di un programma di miglioramento degli standard di gestione e tutela della privacy, imposto da Buongiorno alle terze parti ospitate sulla propria piattaforma”.

Nella nota l’azienda ricorda di aver adottato già dal 2002 la formula del “double opt-in” per le iscrizioni alle newsletter, ossia la richiesta agli utenti di confermare una seconda volta l’iscrizione a ricevere informazioni e pubblicità via e-mail. “Questa procedura del ?double opt-in? – si legge nella nota – non è richiesta dalle leggi italiane ed europee ed è tuttavia considerata la best-practice nel settore”.

Oltre ad adottare questa regolamentazione per le newsletter di cui è editore, a partire dal 2003, continua la nota, “Buongiorno ha richiesto a tutte le terze parti proprietarie di newsletter che utilizzavano la piattaforma di distribuzione di Buongiorno e usufruivano della forza vendita della concessionaria Buongiorno per raccogliere proventi pubblicitari, di adottare a loro volta la procedura di double opt-in”.”Buongiorno – si legge nella nota – ha poi deciso di interrompere la collaborazione con numerosi list-owner, che non intendevano adeguarsi a tale prassi”.

Secondo Buongiorno, le indagini nascono dalla denuncia di un terzo proprietario di una lista ospitata che si era rifiutato di uniformarsi alle best practice indicate dall’azienda.

“Buongiorno – conclude la nota – sta valutando il contenuto della denuncia ai fini di assumere le più opportune iniziative giudiziali nei confronti del terzo denunciante. Buongiorno rileva come sia paradossale che un?indagine che dichiara di voler intervenire a tutela della privacy si sia invece rivolta ad un soggetto che per la rilevanza assunta sul mercato, da tempo sta facendo del rispetto della normativa sulla privacy la sua principale regola di comportamento”.


L’avvocato Marco Cuniberti di Mondovì, difensore della parte querelante, ci ha inviato il seguente comunicato, a commento della chiusura delle indagini preliminari. Lo pubblichiamo di seguito integralmente:

“A nome della mia assistita, esprimo piena soddisfazione per i risultati delle indagini, nonchè i complimenti agli inquirenti per l’ottimo lavoro svolto e la celerità di esecuzione. Preciso che la ditta mia assistita non ha affatto sporto denuncia per spamming (fatto probabilmente accertato incidentalmente dagli ottimi agenti intervenuti), bensì per fatti ben distinti e ritenuti molto gravi.

Sottolineo che, diversamente da quanto qualcuno sembrerebbe ora voler far credere, il contratto tra la mia assistita e la Buongiorno S.p.A. non prevedeva alcun obbligo di adottare la procedura di double opt-in, per cui non vedo come questo avrebbe potuto portare ai fatti di cui alla querela, commessi in maniera giudicata illecita e penalmente rilevante (opinione che, alla luce degli esiti delle indagini preliminari, sembra essere condivisa dal magistrato inquirente).

È pertanto mia intenzione costituirmi al più presto parte civile nel procedimento penale in corso, per esercitare i diritti di detta mia assistita e richiedere il risarcimento dei gravissimi danni da essa subiti.

Resto inoltre in curiosa attesa di vedere a quali opportune iniziative giudiziali nei confronti della querelante si riferiscano gli imputati nel loro comunicato stampa: è comunque chiaro che eventuali false notizie, diffamazioni o, peggio, calunnie, saranno immediatamente denunciate e perseguite a norma di legge”.

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Pubblicato il
4 nov 2004
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