L'Italia deposita Internet?

L'Italia deposita Internet?

Siamo quasi fuori tempo massimo per il decreto attuativo della legge 106/04 che obbliga a depositare siti web, newsletter e quant'altro presso le Biblioteche nazionali. Chi non si adegua paghi
Siamo quasi fuori tempo massimo per il decreto attuativo della legge 106/04 che obbliga a depositare siti web, newsletter e quant'altro presso le Biblioteche nazionali. Chi non si adegua paghi


Roma – Una delle normative più contestate voluta dal ministero dei Beni pubblici di Giuliano Urbani e approvata dal Parlamento, quella sul deposito obbligatorio dei documenti anche telematici, rimane, a quasi sei mesi dalla sua entrata in vigore, priva di uno strumento essenziale per divenire efficace: il regolamento attuativo. Essenziale, perché così com’è la legge prevede la registrazione obbligatoria della Internet italiana presso le biblioteche nazionali.

Entrata in vigore il 12 maggio di quest’anno, la 106/04 dispone la redazione del regolamento attuativo entro sei mesi da quella data, vale a dire tra pochi giorni. Solo il regolamento potrà completare la legge, superando i buchi neri introdotti dalla normativa (vedi: “Il deposito legale e la comunità virtuale” ), che mette nel calderone i documenti prodotti su supporto informatico e quelli diffusi su rete informatica . Questi, proprio come libri, atlanti, manifesti e stampe varie, vanno consegnati entro 60 giorni dalla produzione alle Biblioteche centrali.

L’assurdità di una tale normativa è balzata agli occhi di tutti i commentatori fin dalla prima approvazione. Il testo, così come appare scritto, infatti, impone a chiunque diffonda un non meglio precisato “documento” su Internet, di riprodurlo e depositarlo entro 60 giorni dalla sua produzione . Documento che può essere costituito da una immagine su un sito, da una pagina del sito stesso, da un sito nuovo, da una newsletter trasmessa via email e ovviamente da qualsiasi altro oggetto elettronico che possa essere considerato “documento” scambiato e pubblicato in rete con qualsiasi mezzo. C’è persino chi fa riferimento a questa legge e a quella Urbani per spiegare la sospensione del proprio sito : troppo difficile eseguire quanto richiesto, troppo pesanti le sanzioni. Una “mossa” decisamente frettolosa, quantomeno perché senza regolamento la legge non è efficace.

La 106/04, voluta dal ministro Giuliano Urbani e approvata dal Parlamento lo scorso aprile solo dopo ampie modifiche in commissione, prevede sanzioni economiche “fino ad un massimo di 1500 euro” per coloro che non depositano i propri “documenti” nei termini previsti.

In altri paesi, come nel Regno Unito e negli Stati Uniti, la conservazione delle “edizioni digitali”, a cominciare dai siti web, è oggi oggetto di piattaforme sperimentali che catturano in rete il catturabile (si pensi all’ Internet Archive ) in modo autonomo e certamente senza la pretesa di riuscire a conservare… tutto. Soprattutto, senza prevedere obblighi di legge e sanzioni per chi pubblica documenti in rete.

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Pubblicato il 4 nov 2004
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