E cadrete colpiti da virus informatici

E cadrete colpiti da virus informatici

L'avvertimento da arma di fine di Mondo è dell'inossidabile professor Warwick il quale, in attesa di diventare cyborg, inizia a fare i conti con i problemi che incontreranno i neo-umani
L'avvertimento da arma di fine di Mondo è dell'inossidabile professor Warwick il quale, in attesa di diventare cyborg, inizia a fare i conti con i problemi che incontreranno i neo-umani

Si sentiva la sua mancanza ma ora il profeta del destino cyborg dell’umanità, l’ormai intramontabile mito del mondo ipertecnologico, Kevin Warwick, si è rifatto vivo, per avvertire il genere umano che la sua evoluzione porterà rischi del tutto nuovi per la salute.

Nel corso di un incontro noto come “Digital Identity Forum”, indetto da Consult Hyperion, a Warwick è stato dato il ruolo di chi deve sollevare scalpore per richiamare l’attenzione della stampa. E lui ci è riuscito benissimo: il celebre professore dell’Università di Reading ha dichiarato che i virus informatici potranno un giorno colpire non solo le macchine ma anche gli esseri umani.

A dire il vero, l’umanità a cui fa riferimento Warwick è quella che un giorno integrerà le proprie carni e le proprie ossa con avanzati dispositivi tecnologici. E non stiamo parlando dei controversi ma sempre più diffusi chip sottopelle ma di cose come impianti neurali capaci di moltiplicare le prestazioni umane. A parlarne, poi, è proprio il primo uomo a innestarsi un neurocoso di microdimensioni nel braccio che ha connesso il proprio sistema nervoso ad un computer , peraltro con risultati tutti da dimostrare, ed è il teorico della connessione elettronica tra due umani , per sentire uno le sensazioni dell’altro.

Per spiegare perché l’idea di un virus informatico che penetri i sistemi tecnologici di un umano sia tutt’altro che balzana ed anzi sia destinata a rappresentare un problema serio nel futuro, Warwick ha ribadito il suo vecchio refrain: “Chi vuole rimanere umano, è bene sappia che in futuro sarà di una specie inferiore”.

Se acclamati geni come il fisico Stephen Hawking auspicano una velocizzazione dell’evoluzione umana come arma preventiva di un futuro dominato dalle macchine, Warwick sostiene che l’evoluzione debba partire proprio dalla tecnologia. In particolare dalla possibilità di un “upgrade degli umani… dare a noi stessi abilità che non abbiamo” integrando l’uomo con strumenti capaci di offrire “una base di conoscenza infinita”.

il professore dell'Università di Reading E in un mondo così, spiega il docente britannico, “i problemi di sicurezza saranno molto, molto più grandi… diverranno centrali in futuro”. Partendo dalla constatazione che “i virus informatici e quelli biologici stanno diventando sempre più una cosa sola”. Una tesi che peraltro si va affermando presso gli studiosi dell’evoluzione dei virus tecnologici.

Ovvio dunque che un cyborg potrebbe cadere vittima dei neo-virus in modo assai più drammatico di quanto accada attualmente. “Oggi – ha dichiarato Warwick – l’accesso illegale ad una rete da parte di hacker viene tollerato” ma domani “questo supererà i confini della tollerabilità”.

Ma Warwick, che pure lavora a questi progetti puntando a risolvere problemi di prima grandezza, come riuscire a far “dialogare” in modo nuovo la mente con gli arti immobilizzati di chi soffre di paralisi e patologie invalidanti, è cosciente di essere nel mirino della critica. “Io – ha infatti concluso – ho ricevuto moltissime critiche, e non so il perché”.

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Pubblicato il 15 nov 2004
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