Gates: le password sono storia

Gates: le password sono storia

Il chairman Microsoft torna a parlare di password, bollandole come l'anello più debole degli attuali sistemi di autenticazione. E annuncia nuovi strumenti che promettono di abbattere i costi di gestione delle infrastrutture IT
Il chairman Microsoft torna a parlare di password, bollandole come l'anello più debole degli attuali sistemi di autenticazione. E annuncia nuovi strumenti che promettono di abbattere i costi di gestione delle infrastrutture IT


Copenhagen (Danimarca) – Dal palco della conferenza IT Forum di Copenhagen, ieri Bill Gates ha portato avanti la propria crociata contro le password, definite “una tecnologia ormai moribonda”, e ha annunciato una serie di nuovi prodotti che promettono di ridurre la complessità e i costi di gestione delle infrastrutture informatiche aziendali.

Parlando delle tecnologie per l’autenticazione degli utenti, il fondatore e chairman di Microsoft ha affermato che le password apparterranno presto alla storia, sostituite da tecnologie per l’identificazione più sicure e affidabili come le smart card, RFID e la biometria.

Gates ha promosso l’abolizione delle password come soluzione capace di arginare il fenomeno delle truffe on-line basate sul phishing, un termine che, come ormai noto, denota quell’insieme di azioni in Internet tese ad ingannare l’utente e indurlo a rivelare password, numeri di carte di credito ed altre informazioni sensibili.

“Il più grande problema dei sistemi di autenticazione è dato dalla debolezza delle password”, ha detto Gates. “Non possiamo più affidare la protezione delle nostre informazioni più importanti alle password. E’ per questo motivo che un numero crescente dei nostri clienti più importanti si sta ormai muovendo verso la biometria e le smart card”.

La stessa Microsoft, ha spiegato Gates, ha già pianificato l’adozione estesa delle smart card per l’accesso del personale agli edifici e ai sistemi dell’azienda. Queste speciali carte, sviluppate da Axalto , possono essere programmate utilizzando il framework MS.NET e operano in congiunzione con gli esistenti software Active Directory e Identity Integration Server.

Gates, che domani sarà a Milano per l’apertura della nuova edizione del Futurshow, ha poi delineato il piano chiamato Dynamic Systems Initiative: ecco di che si tratta e quali sono i componenti chiave appena annunciati dal colosso.


La Dynamic Systems Initiative (DSI) è un progetto portato avanti da Microsoft e da alcune partner per ridurre i costi di gestione dei data center aziendali: questo è uno dei fattori cruciali nella serrata competizione tra Windows e Linux per la conquista del mercato enterprise.

Con DSI Microsoft intende realizzare una serie di soluzioni in grado di semplificare e automatizzare i processi di progettazione, distribuzione ed esercizio dei sistemi distribuiti. Alcune di queste soluzioni sono state annunciate proprio ieri e sono:
– Microsoft Operations Manager (MOM) 2005, dedicato alla gestione degli eventi e delle performance di Windows Server System;
– Microsoft Virtual Server 2005, in grado di creare fino a 64 macchine virtuali all’interno delle quali le aziende possono testare applicazioni o far girare applicazioni legacy (vedi: Microsoft moltiplica server virtuali );
– SMS 2003 Device Management Feature Pack, che consente agli amministratori di rilevare i vari dispositivi, fare l’inventario dell’hardware e del software e distribuire software verso questi device;
– SMS 2003 Operating System Deployment Feature Pack, che aiuta gli amministratori dei sistemi desktop a fare l’immagine di un’installazione di Windows e copiarla automaticamente su diverse macchine.

Microsoft ha inoltre rilasciato la prima beta pubblica di Windows Update Services, soluzione basata sulla tecnologia di Windows Update che promette di facilitare la vita agli amministratori scaricando e installando in modo automatizzato gli aggiornamenti rilasciati dall’azienda.

Gates ha spiegato che il filo conduttore che renderà possibile integrare fra loro i vari software di management è il System Definition Model (SDM), modello che consente di creare e definire sistemi distribuiti. In parole semplici, un sistema distribuito è costituito da una serie di risorse software e/o hardware che lavorano insieme per svolgere una funzione comune. Esempi di sistemi sono le applicazioni line-of-business (LOB) a più livelli, i servizi Web, i siti per il commercio elettronico e i data center di livello enterprise.

“Con il modello SDM – ha spiegato Microsoft – le aziende possono creare una descrizione dinamica di un intero sistema. Questa descrizione può essere realizzata e manipolata con vari strumenti software e permette di definire gli elementi del sistema e acquisire dati utili per le attività di sviluppo, distribuzione e gestione”. Un modello SDM può descrivere lo stato di salute di un’applicazione, la sua configurazione e le funzioni che deve svolgere, e potrà essere definito con un tool che si troverà integrato in Visual Studio 2005 Team System, il cui rilascio è previsto per la prima metà del prossimo anno. Ad esempio, uno sviluppatore potrà allegare ad un’applicazione un modello che ne descriva le richieste minime di sistema, il carico di lavoro massimo, la banda necessaria a svolgere un certo lavoro, ecc.

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Pubblicato il
17 nov 2004
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