Un flash contro i voyeur dei cellulari

Un flash contro i voyeur dei cellulari

Lo propone nientemeno che Privacy International, secondo cui un flash abbagliante quando si scatta una foto col cellulare impedirà gli abusi. In caso contrario fine dell'intimità in dieci anni
Lo propone nientemeno che Privacy International, secondo cui un flash abbagliante quando si scatta una foto col cellulare impedirà gli abusi. In caso contrario fine dell'intimità in dieci anni


Roma – Una vecchia questione che potrebbe essere risolta con una vecchia tecnologia. Secondo la celebre organizzazione britannica Privacy International, infatti, inserire un flash obbligatorio quando si scatta una foto con il cellulare può impedire gli abusi.

Stando ad una nota rilasciata dall’associazione, i governi di tutti i paesi “devono agire subito per contrastare il crescente problema dell’uso intrusivo delle macchine fotografiche integrate ai telefoni cellulari”.

Che i fotofonini facciano paura non è certo una novità e, come noto, in molti paesi ne è stato messo al bando l’uso nelle più diverse circostanze, ma fin qui le denunce di abuso di questo genere sono state rarissime rispetto a numerose altre tipologie di violazione della privacy.

L’idea di Privacy International, che arriva a breve distanza dallo scandaloso telefonino che vede sotto i vestiti , ricorda quella che era emersa in Corea l’anno scorso, quando si era deciso di associare obbligatoriamente allo scatto di un fotofonino un suono da almeno 65 decibel .

L’organizzazione britannica sostiene di ricevere un numero crescente di lamentele per il furto di intimità che provocano le foto scattate in certi momenti, “foto che possono mettere in imbarazzo o danneggiare le relazioni tra le persone”. “Queste immagini – sostiene Privacy International – possono essere utilizzate per ricattare, per vendicarsi o per molestare”. Qualche mese fa un accordo tra gestori britannici è stato firmato proprio per tentare di contrastare questo genere di abusi .

Privacy International ricorda le decisioni di alcuni paesi, come l’Australia, dove appunto i fotofonini sono stati messi al bando nei pressi delle piscine, e cita persino l’Italia, ricordando l’intervento del Garante per la privacy a proposito del loro utilizzo. Ma, senza curarsi granché del fatto che molte disposizioni riguardano tutti i sistemi di ripresa fotografica, Privacy International insiste che i paesi devono emettere severe normative e i costruttori devono impegnarsi a far sì che “venga scattato un flash per ogni fotografia”. “Questa iniziativa – sostiene Privacy International – metterà fine a molte delle invasioni della privacy”. Secondo l’organizzazione, ciò che rende i fotofonini più pericolosi delle macchine digitali è il fatto che quanto catturato possa essere rapidamente pubblicato in internet o diffuso presso altri utenti di telefonia mobile.

Privacy International ritiene che il flash sia l’unica strada perché, ha spiegato, l’uso di un “clic sonoro” diventa inutile in un ambiente rumoroso. Allo stesso modo un led che si accende quando viene scattata la foto può facilmente non essere visto, oppure disabilitato direttamente dal menù dei fotofonini.

L’appello di Privacy International si conclude con le pesanti dichiarazioni del direttore dell’organizzazione Simon Davies, secondo cui “l’abuso delle phone cam sta diventando una minaccia reale per la privacy. A meno che non si faccia subito qualcosa c’è il rischio che l’intimità scompaia entro un decennio”. “Questo – ha insistito Davies – non è un attacco alla tecnologia. E’ un appello per rendere la tecnologia sicura”.

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Pubblicato il
18 nov 2004
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