Niente tasse sull'accesso

Niente tasse sull'accesso

Non succede a Roma, succede a Washington dove si incentiva la connettività detassando per tre anni le imposte sugli accessi. Via le tasse, dentro la rete
Non succede a Roma, succede a Washington dove si incentiva la connettività detassando per tre anni le imposte sugli accessi. Via le tasse, dentro la rete


Washington (USA) – C’è qualcosa di ispirato nella misura con cui in questi giorni il Congresso statunitense ha varato una detassazione per i prossimi tre anni dell’accesso ad Internet, ossia degli abbonamenti che consentono agli utenti di collegarsi alla rete.

Il provvedimento, infatti, è più di un mero fatto economico, rappresenta uno statement sull’esigenza di portare il più possibile gli americani in rete. E stiamo parlando di un popolo che non ha rivali nei numeri dell’accesso già oggi.

Ed è interessante notare che il Senato statunitense nel definire in modo conclusivo la nuova legge non ha solo pensato alle tradizionali dial-up ma ha voluto coprire con una detassazione generale tutte le tipologie di accesso ad internet ed è anzi questo uno dei motivi che ha spinto ad una revisione di normative precedenti.

Non è infatti certo la prima volta che negli Stati Uniti una scelta di questo tipo diventa legge. Già nel 1998 Washington ne ha varata un’altra che, però, non comprendeva tecnologie broad band come le xDSL.

Di interesse segnalare che, come già accadde con la prima misura del genere, gli stati che hanno autonomamente deciso di tassare l’accesso potranno continuare a farlo.

Cosa succederà in futuro, comunque, rimane da vedere. Il grande nodo della questione è infatti il VoIP, la telefonia via Internet. Molti sono gli stati che non vogliono permettere che il VoIP, capace ormai di sostituire la telefonia tradizionale, possa essere utilizzato in un regime di detassazione.

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Pubblicato il 22 nov 2004
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