Telecom blocca l'ADSL senza linea voce

Telecom blocca l'ADSL senza linea voce

Mannaia dell'incumbent sui servizi di diversi provider e le speranze di molti utenti. Gli operatori sono già sul piede di guerra ma regna l'incertezza. L'ADSL da gennaio diventa più difficile e meno libero
Mannaia dell'incumbent sui servizi di diversi provider e le speranze di molti utenti. Gli operatori sono già sul piede di guerra ma regna l'incertezza. L'ADSL da gennaio diventa più difficile e meno libero


Roma – Gli italiani da gennaio 2005 non potranno più avere l’ADSL senza linea voce . L’ha deciso Telecom Italia e l’ha scritto sul sito Wholesale : per avere l’ADSL bisogna che ci sia una linea voce, normale o ISDN. In caso contrario, Telecom non porterà avanti la richiesta di attivazione. Non solo: chi disdice la linea voce, perde anche l’eventuale ADSL attivata. Insomma, non c’è scampo, l’Internet senza voce non può vivere, dice Telecom. E lo dice a distanza di pochissimi giorni da un articolo di Punto Informatico in cui per la prima volta si raccontava del sottobosco di offerte nato proprio grazie alla possibilità di attivare l’ADSL senza linea voce o di disdire la seconda conservando la prima.

La mossa di Telecom viene vista come un affondo anche contro il VoIP, contro quelle offerte che permettono (o forse è il caso di dire: “permettevano”) di usare solo l’ADSL per telefonare e di non dover più pagare il canone telefonico. I provider infatti sono scossi e si preparano al peggio.

Nonostante il giorno di festa, ieri, si sono consultati per organizzare una protesta. C’è stato un giro di telefonate tra i membri dell’ AIIP , l’associazione dei principali provider, e Paolo Nuti, che ne è il presidente. Ngi è uno dei più coinvolti: “Questa notizia mi ha rovinato le vacanze”, dice a Punto Informatico Luca Spada, l’amministratore delegato. “Il 40 per cento delle nostre nuove attivazioni è ormai su doppino aggiuntivo e senza linea voce. Per provider come il nostro, la mossa di Telecom ha una portata catastrofica”. La replica sarà però immediata: “Invieremo una lettera congiunta a Telecom, perché ritorni su suoi passi. Se così non sarà, ci prepariamo alla guerra, in sede regolamentare”. Anche gli altri provider si stanno mobilitando, attraverso l’associazione Assoprovider . “Nella lista di Assoprovider se ne sta discutendo da qualche ora, credo ci sarà qualche mobilitazione legale”, dice a Punto Informatico Gaetano Piazza, direttore marketing di SìADSL.

“Saremo costretti ad abbassare ancora di più i prezzi del VoIP e simulare un rimborso del canone”, prevede Paolo Fusi, amministratore delegato di Active Network . Ma perché tutto questo? Telecom dice di averlo fatto “per la tutela di tutti gli operatori che sviluppano servizi di accesso basati su infrastrutture proprie e/o su ULL/SA ( Unbundling del local loop/Shared Access , Ndr)”. “Sciocchezze”, dice Spada. “La verità è che Telecom si è spaventata: ha visto che tanti, troppi utenti disdicevano la linea voce per restare solo con l’ADSL”. “Telecom alza le barriere contro il VoIP”, aggiunge Fusi. “Non può farlo: già a luglio aveva sollevato la questione”, spiega Spada.

Il punto è che da tempo è possibile cablare l’ADSL senza contratto telefonico: almeno da quando gli operatori possono richiedere una singola ADSL, senza doverne acquistare un lotto; ossia da questa primavera. “A luglio, però, Telecom si era lamentata: ci ha detto che su quel doppino aggiuntivo non ci guadagnava nulla e che almeno noi operatori avremmo dovuto pagare l’attivazione dell’ADSL. Abbiamo acconsentito e Telecom ha pubblicato una nota a riguardo. Pensavamo così che la cosa fosse stata regolarizzata, invece ora con sole due settimane di preavviso ci dice che questo servizio non verrà più erogato”.

“È ovvio”, aggiunge Spada, “che è una vera bastonata, vista l’uscita dei servizi VoIP”. Saranno certo ancora disponibili, ma per usarli bisognerà continuare a pagare il canone di Telecom (o di operatore che fa full unbundling). Sembra quindi che quella di Telecom sia una mossa a sorpresa, un cambio di direzione imprevisto. Nessuno dei provider se lo aspettava.

Ma non è detto che sia legittimo: è ancora valida una delibera del Garante secondo cui la fornitura dell’ADSL prescinde dalla presenza di una linea voce. La delibera, secondo un’interpretazione che potrebbe fare comodo a Telecom, però, potrebbe riferirsi solo ai casi di ADSL su linea ISDN. È certo che i provider si batteranno per fare valere presso il Garante i propri diritti. Per ora, è altresì certo che i soli a sfuggire alla mannaia di Telecom siano gli utenti coperti da unbundling, che abbiano cioè affidato il proprio doppino ad altri operatori.

Infatti, comunque andrà a finire questa vicenda, gli utenti potranno avere, da un operatore che li copra con unbundling, l’ADSL senza fonia. E conserveranno l’ADSL di quell’operatore anche dopo aver chiesto il distacco da Telecom. Basta insomma che il doppino su cui passa l’ADSL possa essere collegato al Dslam che l’operatore ha messo nella centrale di zona. A fare ADSL in unbundling sono soprattutto Wind e Tiscali, in Italia, con offerte specifiche; a fine dicembre, ognuno di loro coprirà il 30 per cento di doppini.

Ma lo fanno anche altri provider: “noi copriamo con i nostri Dslam 29 città. Su una buona fetta di utenti possiamo quindi offrire l’ADSL e il VoIP senza linea voce”, dice Fusi. Ma per la maggior parte degli italiani, qualunque sia il provider considerato, non c’è via di uscita: senza canone Telecom, niente ADSL. Ma c’è ancora una speranza: che Telecom ci ripensi, magari spinta dal Garante, o che magari trovi un compromesso con i provider. Al momento, la situazione però è grave per molti operatori. Nulla lascia credere che quella di Telecom sia solo una mossa di facciata, senza conseguenze per chi già da tempo offre l’ADSL senza fonia. Telecom pare non si voglia limitare a scoraggiare nuovi entranti in questo business. Anche chi lo fa da tempo, infatti, sente tremare la terra sotto i piedi e si prepara alla battaglia.

Alessandro Longo

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Pubblicato il 9 dic 2004
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