Via libera allo spyware d'indagine

Via libera allo spyware d'indagine

Succede in Australia dove per una serie di reati la polizia è autorizzata ad installare programmi di rilevazione, compresi keylogger e trojan, sui computer dei sospetti
Succede in Australia dove per una serie di reati la polizia è autorizzata ad installare programmi di rilevazione, compresi keylogger e trojan, sui computer dei sospetti


Adelaide (Australia) – Infilare un software di monitoraggio e controllo sul computer utilizzato da un individuo sospettato di qualche reato o coinvolto in qualche operazione poco chiara d’ora in poi sarà più facile per le forze di polizia australiane.

La nuova legge “Surveillance Devices Act” è divenuta operativa; si tratta di un testo che cerca di estendere alle nuove tecnologie a disposizione delle forze dell’ordine concetti che già appartenevano all’ordinamento ma che, a detta della polizia e dei parlamentari, dovevano essere “rinnovati”.

La sostanza della normativa è quella di consentire alla polizia, senza l’intervento di garanzia di un magistrato, di utilizzare software tipicamente usato dai cracker per sottrarre informazioni e verificare quali sono le attività informatiche di un sospetto. Unico importante limite a questo potere è il fatto che il reato su cui si indaga non deve prevedere più di tre anni di carcere come pena massima. Si tratta quindi di reati considerati “minori”.

Se questo è l’unico ostacolo normativo, rimangono naturalmente una serie di ostacoli tecnici. Sebbene infilare un cavallo di troia piuttosto che qualche spyware sparadati non sia cosa assai complicata, lo diventa molto di più se il sospettato utilizza sistemi di sicurezza ed è un utente esperto di tecnologia.

Va detto, ad ogni modo, che più che introdurre nuovi poteri per la polizia, la normativa rivede quelli esistenti andando a chiarire più da vicino cosa è una semplice “search”, che viene realizzata senza pesanti implicazioni autorizzative, e cosa invece va considerata “intercettazione”, soggetta invece a restrizioni e all’intervento di un magistrato.

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Pubblicato il
17 dic 2004
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