Webcam nella camera della morte

Webcam nella camera della morte

Polemica a distanza tra Amnesty International e il governo thailandese per lo streaming web dei detenuti in procinto di essere uccisi dallo Stato. Protestano anche i detenuti
Polemica a distanza tra Amnesty International e il governo thailandese per lo streaming web dei detenuti in procinto di essere uccisi dallo Stato. Protestano anche i detenuti


Bangkok (Thailandia) – Esporre su Internet la diretta delle esecuzioni di Stato è il progetto delle autorità thailandesi che ha spinto Amnesty International a condannare ancora una volta le pratiche della “giustizia locale”.

Una condanna che ha aperto una polemica accesissima. Il Governo ha infatti immediatamente reagito alla denuncia smentendo l’intenzione di voler pubblicare in Internet le riprese delle esecuzioni e sottolineando invece di voler mettere a disposizione di tutti soltanto le immagini dei detenuti che entrano nella camera della morte, il luogo dove i condannati vengono terminati. In seguito saranno messi a disposizione non i feed live delle esecuzioni ma le foto degli uccisi.

La risposta del Governo ha a sua volta attivato le proteste dei detenuti e non solo di quelle decine di reclusi che si trovano nel braccio della morte in attesa dell’esecuzione. Il timore dei detenuti infatti è che questo sia il primo passo per violare ogni riservatezza, per quanta ce ne possa essere in prigione. Una petizione che viene firmata in queste ore nel penitenziario centrale di Bang Khwang boccia i progetti internet del Governo e afferma che riprendere i detenuti con web cam significa condannarli due volte.

Tutto questo ha spinto ad intervenire Kitti Limchaiki, il ministro della Giustizia, secondo cui i timori dei reclusi sono ingiustificati perché, anzi, mostrare via Internet le condizioni del carcere è una garanzia di buon trattamento per i detenuti stessi e contribuisce ad allontanare ogni possibile abuso da parte del personale di sorveglianza.

Anche il suo Ministero, così come la Direzione Carceraria, ha sottolineato che trasmettere in diretta online le esecuzioni costituirebbe una violazione della costituzione e dunque non si può fare. Ma la Direzione ha ribadito comunque la propria intenzione di portare online “la vita dei reclusi”.

“Voglio – ha dichiarato il direttore Nathee – che i funzionari e i detenuti che violano le regole della prigione sappiano che c’è gente là fuori che li guarda. Questo riguarda tanto i detenuti coinvolti nel gioco d’azzardo quanto i funzionari lassisti o negligenti ed inoltre impedisce a beni vietati di entrare nella prigione. Allo stesso tempo ciò consentirà alla gente di vedere quanto è difficile la vita in prigione, cosa che funzionerà come un deterrente per chi intende violare la legge”.

Va detto che negli USA la web cam puntata dentro i penitenziari non è più una novità. La più celebre e contestata è quella di Anderson County nel Tennessee. Anche lo sceriffo locale la considera un deterrente.

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Pubblicato il
18 gen 2005
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