Phishing, piove su Telecom Italia

Phishing, piove su Telecom Italia

L'incumbent italiano nel mirino perché ancora non ha chiuso il rubinetto ad una organizzazione da mesi dedita a truffare gli utenti meno esperti sul suo network
L'incumbent italiano nel mirino perché ancora non ha chiuso il rubinetto ad una organizzazione da mesi dedita a truffare gli utenti meno esperti sul suo network


UPDATE: Telecom ha smentito le affermazioni circolate su Usenet e ha spiegato a Punto Informatico di aver contattato come previsto dalla legge le autorità di polizia e ha sottolineato di aver rispettato una prassi consolidata utile a fermare questo genere di truffe e a colpire chi le organizza

Roma – Sulla rete di Telecom Italia si appoggia ormai da tempo un sistema di phishing , ossia di raggiri compiuti via Internet. Lo denunciano gli esperti che ne parlano su it.news.net-abuse . Un server contro il quale Telecom non sembra aver finora fatto alcunché, nonostante le segnalazioni.

Basta una ricerca su Google per scoprire come all’IP 82.90.165.65, attivo ormai dallo scorso novembre, facciano riferimento una serie di mail truffaldine che hanno preso di mira clienti di banche online di mezzo mondo. Email, come quelle denunciate dall’ Anti-Phishing Working Group , con cui i truffatori hanno cercato di entrare in possesso di nomi-utente e password di accesso ai servizi bancari online.

L’attività di chi gestisce quel sistema, viene detto, è dunque quella tipica dei phisher ed è pericolosa per tutti gli utenti meno accorti. Una traccia assai corposa delle molteplici operazioni che si basano su quel sistema si trova su Spamhaus .

Secondo Furio Ercolessi , uno dei più noti esperti italiani di spam, “l’abuso da due mesi di 82.90.165.65 è piuttosto sorprendente anche se si tratta di Telecom, e merita a mio avviso una certa attenzione in qualità di indicatore su come davvero vanno le cose all’interno di Telecom Italia”. Ercolessi segnala che la URL http://82.90.165.65/inetbank/l/kj.html è tuttora attiva ed è pubblicizzata da una ulteriore massiccia operazione di spam.

“Abbiamo dunque una situazione – spiega – in cui un ISP viene notificato di attività truffaldina attraverso un sistema nella sua rete che coinvolge istituzioni bancarie, e dopo due mesi non ha ancora provveduto alla chiusura della vulnerabilità attraverso cui vengono rubati numeri di carte di credito da tutto il mondo”.

Un dibattito assai interessante su questa situazione e più in generale sul rapporto che può legare phisher e provider è in corso su Usenet .

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
26 gen 2005
Link copiato negli appunti