eBay nel mirino: è troppo cara

eBay nel mirino: è troppo cara

Queste le accuse che si leggono su Usenet e sui siti specializzati. C'è chi vuole andare altrove. Ma un altrove è assai difficile da trovare. Le polemiche non scuotono eBay
Queste le accuse che si leggono su Usenet e sui siti specializzati. C'è chi vuole andare altrove. Ma un altrove è assai difficile da trovare. Le polemiche non scuotono eBay


Roma – Viste da qui, le proteste sui rincari per gli shop decisi da eBay sembrano importanti. Si parla delle polemiche contro la decisione di eBay di far pagare un qualcosina in più a chi utilizza la sua piattaforma di commercio elettronico per rivendere prodotti propri.

In tanti a quanto pare non ne possono più dei piccoli sofisticati aumenti decisi da eBay, basta un giro su Usenet per rendersene conto. Ma anche se lo scontento monta, eBay rimane regina del suo settore ed è così in alto che del popolino che protesta può, se lo desidera, neppure curarsi. Non è nel suo stile, si sa, ma lo può fare. E questo basta a tracciare la posizione sul mercato dell’azienda.

È vero, conti alla mano eBay nell’ultimo trimestre non ha brillato. Ma stiamo parlando di una company che ha più di 135 milioni di utenti registrati , molti dei quali ogni giorno comprano e vendono attraverso il suo sito. Se qualche decina di rivenditori convenzionati dice basta, eBay certo non trema, non barcolla, non si piega e neppure si scalfisce.

“È un monopolio – tuona sui giornali americani una delle tante trader di eBay, che dopo anni di utilizzo ha deciso di farne a meno – Possono fare le tariffe che vogliono”. “Ci sentiamo traditi e aggrediti, dobbiamo andare da qualche altra parte”, rimbrotta qualcun altro.

Un’altra parte. Già, in queste ore si fa un gran parlare in rete di un altrove delle aste. Ma eBay non è soltanto la più importante tra le case d’asta online, è anche quella che ha comprato altre realtà più piccole, chi si è dimenticato del nostrano iBazar ?, è quella che tutto ha da temere meno che dai propri concorrenti, è quella che sembra proprio una scelta obbligata per il piccolo commerciante che cerchi rapidi guadagni. Forse non è un caso che in queste ore Micheal Dearing , uno dei big di eBay, vada in giro a raccontare che “la cosa bella di Internet è che chi vende ha molte scelte”.

eBay, questa l’accusa che si legge su Usenet, può chiedere bei sesterzi a chi mette qualcosa all’asta sulle sue pagine, che l’asta vada in porto o meno nulla cambia, e può imporre singolari tariffazioni a chi usa il suo geniale sistema commerciale per vendere proprie cose online mediante shop tematici più o meno seri, più o meno colorati. Lo può fare proprio perché l’alternativa, in realtà, non esiste . Altri strumenti ci sono, ovvio, ma nulla c’è di paragonabile ad un mercato che consente ad individui di qualsiasi luogo del mondo di vendere qualsiasi cosa a qualsiasi altro individuo. L’unico nel quale a farlo sono centinaia di migliaia di persone tutti i giorni. Il giro d’affari è enorme. Tanto che quelli di AuctionBytes.com , sito che tiene d’occhio le mosse di eBay, dicono che la gente non ne può più di policy sempre più restrittive e complicate e di servizi di assistenza inesistenti. “Sentire quanto bene vada eBay sul piano finanziario – spiegano – e vedere quanti sono i problemi aperti, è scoraggiante”.

eBay come reagisce a tutto questo? Ci pensa Dearing, le cui parole fanno capire come eBay sia sensibile a certe dichiarazioni. “Il piccolo venditore ha fatto la fortuna di quest’azienda – ha dichiarato il manager ai giornali americani – da noi ci sarà sempre posto per gente che vuole costruire piccole attività commerciali”. Per dire cose così devono essere davvero preoccupati per le polemiche. O no?

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Pubblicato il
3 feb 2005
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