Il primo sito della dissidenza in Cuba

Il primo sito della dissidenza in Cuba

Il sito è realizzato sull'isola e gestito su server cubani. Lo ha voluto un dissidente appena uscito da un triennio di carcere. Obiettivo democrazia
Il sito è realizzato sull'isola e gestito su server cubani. Lo ha voluto un dissidente appena uscito da un triennio di carcere. Obiettivo democrazia

L’Avana (Cuba) – Il suo lancio è ufficiale e reso ben noto alle autorità e alla stampa internazionale con una conferenza stampa: si tratta del primo sito dell’opposizione politica cubana che si appoggia su risorse interamente cubane.

All’indirizzo http://www.cubaicei.org/ sta prendendo forma la presenza web dell’Instituto Cubano de Economistas Independenties che rifiuta e confuta le politiche di Fidel Castro e propone una visione democratica dell’economia e della società. Chiede esplicitamente la fine del totalitarismo e una vera libertà democratica. Non a caso il sito è dedicato a Manuel Sànchez Herrero, celebre dissidente cubano.

Il dissidente Herrero Il sito è stato lanciato solo da due giorni ma è già uno strumento utilizzato dai dissidenti per comunicare, scambiare informazione e farsi aiutare dall’interno e dall’esterno dell’isola di Cuba. Tra le molte informazioni fornite dal sito, infatti, è presente anche il “Registro de Organizaciones Cubanas Independientes dentro de Cuba” (oltre 132 gruppi con 21mila membri) oltre ad una collezione di link a siti internazionali che si occupano di Cuba.

A dirigere il sito è Martha Beatriz Roque, condannata a suo tempo dal regime castrista per le sue idee bollate come “controrivoluzionarie” e che per questo ha già scontato tre anni di carcere. “Il nostro obiettivo – ha spiegato – è di aprire una finestra su una parte della società civile cubana. Queste pagine sono realizzate interamente in Cuba, con qualche assistenza tecnica dall’esterno. Non vogliamo nasconderci, vogliamo che la gente ci veda”.

Il gruppo che realizza il sito riesce a gestirlo, ha spiegato la direttrice del sito, grazie alle donazioni che arrivano da un gruppo di supporto di nove membri che si trova negli Stati Uniti e che consente di finanziare gli alti costi della connettività.

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Pubblicato il 10 dic 2001
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