Chi lavora usa il web (anche) per svago

Chi lavora usa il web (anche) per svago

Lo sostiene una ricerca Websense che classifica i navigatori professionali, anche quelli italiani, alla ricerca delle loro abitudini di utilizzo della rete
Lo sostiene una ricerca Websense che classifica i navigatori professionali, anche quelli italiani, alla ricerca delle loro abitudini di utilizzo della rete


Roma – L’Europa è piena di internet-dipendenti . Li definisce proprio così una nuova ricerca di Websense condotta da Dynamic Markets e basata sulle interviste rivolte ad un campione di 500 utenti europei che usano Internet sul lavoro attraverso un PC portatile.

Un utente su quattro, sostiene la ricerca, è “orgoglioso” della propria abilità nell’uso di Internet, sia che lo faccia con scopi ricreativi che a fini professionali. Considerati gli “internet-dipendenti” come i “veri entusiasti di Internet”, sono utenti che si trovano nei diversi livelli di anzianità professionale.

Internet, affermano gli esperti di Websense, per questa categoria di utenti diventa quasi irrinunciabile . Gli internet-dipendenti sono considerati “navigatori insaziabili” e un quarto degli intervistati fa parte di questa categoria. Usano internet spesso e volentieri per scaricare gratuitamente musica, giochi ed altro e non solo per lavorare. “Una tendenza – spiega Websense – in continua crescita, dal momento che attività quali il download di file MP3, i blog e il gioco d’azzardo via Internet hanno contribuito ad aumentare il fascino del web, sia che si navighi da casa o dal posto di lavoro”.

Se i Paesi Bassi vantano il maggior numero di internet-dipendenti (31%), in Gran Bretagna la maggior parte degli utenti si dedica a scaricare musica, film, software e giochi nonché a visitare siti web peer-to-peer, per soli adulti e di hacking. Francia e Germania hanno altresì la più alta percentuale di “cyber cercatori sistematici”, coloro cioè che usano internet per lavoro e per un utilizzo personale di servizi bancari. Buona parte degli utenti internet più “soft”, i cosiddetti “dilettanti digitali”, risiede invece in Italia (41%), dove il web viene usato solo come ausilio nelle attività giornaliere.

Le altre categorie individuate comprendono i Cyber cercatori sistematici , il 44% dell’utenza, che usano la rete per cercare informazioni, e i Dilettanti digitali (31%) che usano Internet solo di quando in quando. Si tratta di persone generalmente meno giovani.

Ma ha davvero senso suddividere l’utenza in questo modo e, soprattutto, è sufficiente questa classificazione a disegnare il profilo dell’utente europeo? Secondo il vicepresidente EMEA di Websense, Geoff Haggart , è di sicuro interesse capire quanto soprattutto nelle fasce più giovani la rete stia acquisendo un ruolo centrale, perché questo, ha spiegato, significa che le aziende “hanno la responsabilità di garantire che i dipendenti navighino in un ambiente sicuro”. Secondo Haggart “il problema si presenta quando tutto questo navigare in internet – anche se apparentemente innocuo – espone le aziende al rischio di spyware, virus e malicious code. Disponendo delle giuste misure, quindi, le aziende possono trovare il modo di gestire il tempo che gli utenti trascorrono navigando per ragioni non lavorative, proteggendo e abilitando al tempo stesso un accesso sicuro e gestito”.

Va anche detto che sono numerose le imprese, anche in Italia, che fanno espresso divieto ai propri dipendenti di usare le risorse di rete per finalità che non siano strettamente legate alle proprie responsabilità professionali.

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Pubblicato il
10 feb 2005
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