Bruxelles – I chip RFID che stanno ormai spopolando in numerose applicazioni industriali e che iniziano a farsi vedere sul mercato dei beni di consumo nonché le tecnologie di digital rights management (DRM) finiscono sotto l’attento scrutinio della UE.
Il EU Data Protection Working Party , il braccio consultivo della Commissione in materia di privacy, ha infatti varato due consultazioni pubbliche per i due scottanti argomenti.
Con riferimento alle tecnologie RFID ( qui in pdf il documento di presentazione), il Working Party delinea quali sono le applicazioni attuali e quelle più promettenti per i radiochip. Il documento offre linee guida ai costruttori e agli enti di standardizzazione, spiegando quali sono i paletti che, con un occhio alla privacy, devono essere mantenuti in tutti i processi, dalla produzione all’applicazione.
Come sottolinea EDRI , le implicazioni sulla tutela della riservatezza vanno al di là dell’associazione del numero dei tag RFID all’identità di una persona; si parla infatti di tracciamento personale, perché l’individuo “può essere identificato senza difficoltà grazie alla grande quantità di informazioni che lo circondano o che sono archiviate su di lui. Inoltre, i dati raccolti possono influenzare i modi in cui una persona può essere trattata o valutata”.
L’altro documento, quello sul DRM ( qui in pdf) si focalizza su due elementi essenziali: da un lato l’utilizzo del DRM nei servizi online e dall’altro l’elaborazione delle informazioni personali finalizzata ad investigare su utenti sospettati di aver violato le proprietà intellettuali.
L’idea del Working Party è che l’uso dei DRM, pur legittimo, potrebbe rivelarsi dannoso per la tutela della riservatezza. “Si mette in questione – si legge nel documento – l’uso di strumenti identificatori allo scopo di tracciare a priori ogni utente, al fine di poter individuare una certa persona in caso si sospetti un abuso del diritto d’autore”.
Per entrambe le consultazioni è necessario che gli enti, le aziende e i gruppi interessati presentino le proprie considerazioni entro il 31 marzo. Qui la pagina dedicata.