Conto alla rovescia per Telecom

Conto alla rovescia per Telecom

di C. Giurdanella e G. Scorza (cittadinieuropei.it) - Siamo alle battute finali di uno dei più importanti processi antitrust italiani, destinato a disegnare o ridisegnare il mercato della rete e della fonìa
di C. Giurdanella e G. Scorza (cittadinieuropei.it) - Siamo alle battute finali di uno dei più importanti processi antitrust italiani, destinato a disegnare o ridisegnare il mercato della rete e della fonìa


Roma – Sono giorni di tensioni, ansie e speranze, quelli iniziati mercoledì scorso per i protagonisti del mercato delle Telecomunicazioni nel nostro Paese. E’ imminente, infatti, la decisione del TAR Lazio nel giudizio Telecom c/ Antitrust, nel quale si discute della più alta sanzione mai inflitta nel nostro Paese: 152 milioni di euro per aver abusato della propria posizione dominante in danno di concorrenti e consumatori.

La causa è stata trattata in pubblica udienza, durata ben quattro ore, alla presenza dei maggiori interpreti del mercato TLC nazionale (Telecom, Albacom, Colt Telecom, Fastweb, Tiscali, Wind), delle associazioni di categoria degli internet providers (Assoproviders e AIIP) e delle associazioni di consumatori (Cittadini Europei).

Si tratta, probabilmente, di uno dei procedimenti antitrust di maggiore rilevanza degli ultimi anni, e non solo in ragione delle proporzioni della sanzione comminata alla Telecom ma anche – ed anzi soprattutto – della materia trattata e degli interessi e diritti in gioco nel mercato delle Telecomunicazioni, assolutamente strategico per il futuro della democrazia nella Società dell’Informazione.

Il provvedimento dell’AGCM impugnato si fonda sull’assunto secondo cui la Telecom avrebbe tra il 2001 ed il 2003 reiteratamente abusato della propria posizione dominante nel mercato dei servizi intermedi di Telecomunicazioni nonché in quello – situato a valle – dei servizi finali di Telecomunicazioni attraverso due distinte condotte, tra loro teleologicamente collegate e volte al raggiungimento di uno scopo unitario: restringere l’accesso al mercato da parte dei concorrenti, difendendo la propria posizione di ex monopolista.

Tali condotte – secondo quanto emerso nel corso del procedimento dinanzi all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e riecheggiato nelle difese dell’Avvocatura Generale dello Stato ed in quelle degli altri soggetti intervenuti nel giudizio – sarebbero consistite in buona sostanza, quanto al mercato dei servizi intermedi nell’aver applicato ai propri concorrenti (OLO – Other Licensed Operators ) condizioni tecnico-economiche peggiori rispetto a quelle riservate alle proprie divisioni impegnate nella commercializzazione dei servizi finali e, quanto al mercato di tali servizi, nell’aver legato a sé l’utenza business attraverso clausole di esclusiva e nell’aver praticato condizioni tecnico-economiche non replicabili dagli OLO in ragione del già richiamato trattamento discriminatorio cui questi ultimi venivano sottoposti nel mercato dei servizi intermedi.

La questione nasce dalla posizione di indiscutibile quasi-monopolio occupata da Telecom nel mercato dei servizi intermedi e dalla conseguente pressoché assoluta dipendenza degli OLO da quest’ultima ai fini della erogazione della maggior parte dei servizi a valle.
Se a ciò si aggiunge la forte integrazione verticale di Telecom nei diversi segmenti di mercato attraverso le proprie divisioni, è facile intuire quanto delicato sia l’equilibrio del mercato TLC nel nostro Paese soprattutto in una fase – come quella attuale – in cui tale mercato sta manifestando i primi timidi segnali di dinamismo e fermento e quanto difficile sia garantire il corretto e libero gioco della concorrenza.

In tale contesto, occorre, poi, tener conto – e questa costituisce la ragione principale dell’intervento, tra gli altri, di Cittadini Europei nella vicenda – che la libera concorrenza nel mercato TLC – nella società dell’informazione – è questione che travalica gli ambiti tipici di ogni questione antitrust, incidendo in modo determinante su diritti e libertà fondamentali di consumatori, utenti e cittadini e sui processi di partecipazione alla vita politica e democratica del Paese.

E’ già stato, d’altro canto, autorevolmente ricordato come ogni alterazione del sistema della comunicazione è suscettibile di distorcere in modo determinante l’intero processo democratico (S. Rodotà) e che il diritto all’informazione dovrebbe, probabilmente, essere definito in modo più radicale come diritto alla democrazia (M. Yodof).

La decisione del Tribunale Amministrativo del Lazio, dunque è destinata non solo ad incidere in modo profondo negli aspetti tecnico-economici del mercato TLC del nostro Paese, ma anche a costituire una pagina importante nella storia della difesa dei diritti e delle libertà fondamentali di cittadini, utenti e consumatori.

di Carmelo Giurdanella e Guido Scorza
*Avvocati, Cittadini Europei ( www.cittadinieuropei.it )

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Pubblicato il
18 feb 2005
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