Ecco il notebook a idrogeno

Ecco il notebook a idrogeno

Tra pochi giorni la presentazione ufficiale di un portatile alimentato con un sistema a fuel cell, ultimo passo verso la commercializzazione dei primi laptop ad idrogeno. Ma c'è anche chi ricarica il telefonino col vento
Tra pochi giorni la presentazione ufficiale di un portatile alimentato con un sistema a fuel cell, ultimo passo verso la commercializzazione dei primi laptop ad idrogeno. Ma c'è anche chi ricarica il telefonino col vento


Roma – La prossima settimana Millennium Cell sarà fra le prime aziende al mondo a mostrare al pubblico un notebook a idrogeno, alimentato per mezzo delle cosiddette fuel cell .

La dimostrazione, che si terrà in occasione dell’Intel Developer Forum di San Francisco, avrà per protagonista un PC portatile X40 ThinkPad di IBM appositamente modificato per ospitare una ricarica usa e getta di combustibile, simile nella forma e nelle dimensioni ad un tradizionale battery pack, e il sistema di fuel cell vero e proprio, fissato sul retro del monitor LCD.

Millennium ha spiegato che l’autonomia della fuel cell è all’incirca di 4 ore, ma sta già lavorando a versioni in grado di fornire fino a 12 ore di funzionamento continuato.

Al contrario della maggior parte dei sistemi rivali, basati sul metanolo, le fuel cell di Millennium ricavano l’idrogeno dal boroidride di sodio, un composto chimico prodotto sinteticamente a partire da sostanze molto abbondanti in natura come il borace. Fuel cell al boroidride di sodio sono per altro state testate anche in campo automobilistico da Daimler-Chrysler, e hanno garantito fino a 480 Km di autonomia con ingombri accettabili.

Le fuel cell tradizionalmente impiegate per alimentare i motori elettrici trasferiscono l’idrogeno alla camera di combustione per mezzo di una pompa: questo fa sì che le loro dimensioni possano difficilmente essere adeguate a quelle di un notebook. NEC lo scorso anno è stata fra i primi produttori a svelare un prototipo di fuel cell per i dispositivi mobili che, grazie all’impiego di una microstruttura di nanotubi in carbonio, non necessita di un compressore. Millennium adotta una tecnica simile che, secondo l’azienda, aumenta la sicurezza “minimizzando la quantità di idrogeno allo stato gassoso presente nel sistema in un dato momento”.

“È sicuro e facilmente controllabile: l’idrogeno viene prodotto solo quando il liquido combustibile entra a diretto contatto con il catalizzatore”, ha spiegato Millennium. “La soluzione combustibile, di per sé, non è infiammabile né esplosiva ed è facilmente trasportabile”.

Lo scorso autunno la società americana ha stipulato un contratto con il Dipartimento della Difesa americano per lo sviluppo di fuel cell all’idrogeno per l’aviazione militare.

Tra il 2006 e il 2007 altri colossi del settore, tra cui Casio, Toshiba, Hitachi, NTT DoCoMo e la già citata NEC, hanno pianificato il lancio di fuel cell per laptop e dispositivi mobili.

Mentre i colossi dell’hi-tech mettono a punto le loro sofisticate alternative alle batterie ricaricabili, un gruppo di studenti dell’ Indian Institute of Technology di Delhi ha costruito una turbina in miniatura che può essere utilizzata per ricaricare, in situazioni di emergenza, un telefono cellulare. La turbina è in grado di generare l’elettricità dalla forza del vento. In caso di bonaccia… non resta che soffiare.

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Pubblicato il
25 feb 2005
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