I nanocosi prospereranno in Italia

I nanocosi prospereranno in Italia

Si stanno sviluppando in Piemonte il tessuto di ricerca e le imprese sulle nanotecnologie che già rappresentano il meglio che il nostro paese possa esprimere in materia. Nuovi fondi in arrivo. Centinaia i ricercatori
Si stanno sviluppando in Piemonte il tessuto di ricerca e le imprese sulle nanotecnologie che già rappresentano il meglio che il nostro paese possa esprimere in materia. Nuovi fondi in arrivo. Centinaia i ricercatori


Torino – All’Expò di Tokyo sulle nanotecnologie, Nano Tech 2005 , la sola presenza italiana è stata quella di ITP (Investimenti Torino Piemonte) e del Politecnico di Torino , segnale evidente non solo dei ritardi accumulati dal nostro paese in un settore decisivo della ricerca ma anche che il Piemonte rappresenta, pur in questo quadro, la punta di diamante. 230 erano le realtà giapponesi e 90 quelle provenienti da 17 paesi del resto del mondo.

Lo ha confermato proprio ITP, ieri, nel corso di un convegno, spiegando come siano già pronti stanziamenti per tre milioni di euro dalla Regione e 300 ricercatori per dare nuova linfa al comparto in Piemonte, spingendo sulla formazione di nuove imprese legate all’innovazione su queste nuove tecnologie e sulla ricerca.

Il Piemonte, in un quadro europeo che certo non brilla nel settore, intende quindi creare un circolo virtuoso che possa avvalersi degli stanziamenti che proprio l’Europa ha previsto per le nanotecnologie e che aumenteranno sensibilmente a partire dal 2007 (si parla di 700 milioni di euro/anno). Stando ad un’analisi condotta da Politecnico e ITP di quanto già oggi è attivo in Piemonte, emerge “una situazione in forte evoluzione e dove spiccano risorse umane, quantità di progetti in corso e disponibilità di finanziamenti”.

I fondi della Regione sono pensati per le strutture di ricerca pubblica del settore nanotecnologico. “Si tratta di fondi – si legge in una nota – che possono attrarre nuovi progetti e sviluppare il già forte network esistente tra centri di ricerca, università ed imprese. Le risorse regionali sono quindi una nuova opportunità per i 300 ricercatori del Piemonte dedicati alle nanotecnologie, professionisti della ricerca di altissimo livello e che rappresentano un’occasione importante per immaginare un futuro diverso per molte imprese orientate all’innovazione”.

La corsa alle nanotecnologie ha avuto un’accelerazione negli ultimi anni. Nel 1997 si investivano nel mondo 430 milioni di dollari e nel 2003 questa cifra è già cresciuta di dieci volte fino a 4.500 milioni di dollari. Come noto, sul fronte degli investimenti Giappone e Stati Uniti per ora fanno la parte del leone. E la questione è tutt’altro che secondaria: la nanotecnologia è infatti destinata ad acquisire un ruolo centrale nello sviluppo di tutte le più innovative tecnologie e, di conseguenza,dei mercati.

I fondi pubblici italiani per le nanotecnologie, nel periodo 1998-2003, sono stimati complessivamente in 70 milioni di euro, un sesto di quello che è stato destinato da paesi come Germania, Francia, Svizzera . Una lotta fatta di soldi e ricerca per dividersi un mercato che dovrebbe crescere rapidamente. Secondo le più recenti stime statunitensi ed europee, il fatturato mondiale collegato alle nanotecnologie sarà nel 2015 di circa 2.500 miliardi di euro, creando 10 milioni di posti di lavoro .

Che cosa mette in campo il Piemonte per conquistare una parte di questo ricco mercato internazionale? “A Torino e nella regione – secondo ITP e Politecnico – si è saldata una pragmatica alleanza tra istituzioni pubbliche – in particolare la Regione per i compiti affidatile da Stato e Unione Europea – Università, centri di ricerca ed imprese che nel rispetto dei ruoli condividono informazioni e progetti per migliorare la loro efficienza: nella formazione come nella sperimentazione, nella valorizzazione delle risorse umane come nell’individuazione dei bisogni del mercato globale”. Al centro di tutto questo i principali settori produttivi della regione (auto, ICT, telecomunicazioni, meccanica, biomedico, chimica ecc.) e le strutture di ricerca che si sono specializzate nelle aree strategiche: biomedicina, nanomateriali, nanometrologia, sistemi micro elettromeccanici, chimica.

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Pubblicato il
8 mar 2005
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