Compri su Amazon e riveli chi sei

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Il nuovo brevetto registrato dall'azienda suscita perplessità: si tratta di tecnologie pensate per catturare età, sesso e altri dati sia di chi compra sia di chi riceve un regalo
Il nuovo brevetto registrato dall'azienda suscita perplessità: si tratta di tecnologie pensate per catturare età, sesso e altri dati sia di chi compra sia di chi riceve un regalo


Roma – Non piace ai sostenitori della privacy la direzione imboccata da Amazon da lungo tempo ma ora, con l’annuncio di un nuovo brevetto ottenuto dal più grande shop online, sembra prepararsi il terreno per uno scontro ancora più aspro.

Amazon nei giorni scorsi ha fatto sapere di aver brevettato un software capace di estrapolare da un acquisto effettuato online una serie di informazioni ulteriori , ovvero dati che non sono stati ceduti consapevolmente dall’utente ma che lo riguardano direttamente e, in certi casi, non riguardano solo l’acquirente.

L’idea di fondo è quella di interpretare gli acquisti. Ad esempio, se un compratore ordina un pacco e richiede che venga spedito ad un indirizzo che non è il proprio, il software considererà quell’acquisto alla stregua di un potenziale regalo, cosa che saprà con certezza se chi compra ne ha richiesto anche l’impacchettamento in carta da regalo.

In questo modo, in un secondo momento, Amazon potrà non solo proporre all’acquirente una serie di prodotti “in linea” con quanto già comprato dall’utente ma anche altri beni da regalare alla stessa persona, con offerte mirate e presentate al cliente nello stesso periodo dell’anno in cui è stato effettuato il primo acquisto.

Allo stesso modo il software tenterà di capire quale sia l’età di chi riceve il pacco-dono, grazie alla classificazione dei prodotti in vendita, in modo tale da specializzare il più possibile la propria offerta.

Con questo meccanismo Amazon spera di “aiutare gli utenti”, come dicono i suoi funzionari, “ad evitare imbarazzi” e a ricordare loro quando un compleanno o un anniversario sono imminenti.

Inutile dire però che la raccolta di questo tipo di dati, perdipiù su terzi che non si sono nemmeno registrati al sito di shopping ma sono soltanto destinatari di acquisti effettuati da altri, sta suscitando scalpore tra i sostenitori della privacy.

Secondo quelli di Junkbusters c’è un problema serio soprattutto per quanto riguarda la schedatura dell’infanzia; non solo: la costituzione di questi immensi database – in cui ora confluiranno anche indirizzi fisici, età, sesso e gusti di chi non è neppure un acquirente di Amazon – rischia di trasformarsi in un target ideale per truffatori e cracker interessati ad appropriarsi di dati personali altrui per condurre in porto le proprie attività criminali.

Alle critiche Amazon si è per ora limitata a rispondere che al momento non intende implementare queste tecnologie. Ma la tendenza del mercato è chiara e la dichiarazione del negozio dei negozi assomiglia più ad un diplomatico temporeggiare che ad una invalicabile presa di posizione.

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Pubblicato il
17 mar 2005
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