Australia, arrestato per un SMS

Australia, arrestato per un SMS

In un messaggino spedito ad un altro utente di telefonia mobile scherzava sulla presenza di una bomba a bordo di un aereo. Non si fa, non si fa
In un messaggino spedito ad un altro utente di telefonia mobile scherzava sulla presenza di una bomba a bordo di un aereo. Non si fa, non si fa


Sidney (Australia) – Di questi tempi persino scherzare è pericoloso, anche se lo si fa tra amici e soprattutto se per farlo si utilizzano sistemi di telecomunicazione facilmente intercettabili. Almeno questo è quanto si potrebbe dedurre prestando orecchio ad una vicenda accaduta in Australia.

Stando alla ricostruzione fornita dalle autorità, che omette una serie di particolari indispensabili per capire a fondo la dinamica della vicenda, la polizia ha provveduto all’arresto di un uomo di 35 anni che in un SMS inviato ad un altro numero di telefonia mobile, forse quello di un amico, ha scritto che a bordo di un aereo di Air New Zealand che doveva arrivare ad Auckland si trovava una bomba.

Una boutade, evidentemente, uno scherzo, una battuta che tra conoscenti può accadere di fare con leggerezza, ma è una battuta che deve aver messo in allarme i sistemi di intercettazione dell’intelligence australiana. Una forma di controllo dei messaggini scambiati sui network di telefonia mobile, forse per parole chiave, è probabilmente dietro la tempestività con cui la polizia si è messa in moto.

Le informazioni disponibili affermano infatti che, una volta intercettato il messaggio, la polizia abbia individuato l’uomo proprio grazie al suo numero di telefonia mobile e lo abbia arrestato poco dopo la spedizione dell’SMS.

Se quanto riportato dalle agenzie internazionali è vero, e cioè che quel messaggio non è stato spedito alle autorità aeroportuali in guisa di rivendicazione terroristica ma che si è trattato solo di un SMS spedito ad un altro utente wireless, appare del tutto incomprensibile la decisione della magistratura australiana di inquisire ufficialmente l’uomo per suscitato allarme.

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Pubblicato il
23 mar 2005
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