Software Microsoft per i cybercop

Software Microsoft per i cybercop

L'azienda è al lavoro per adattare alle esigenze delle forze dell'ordine alcuni tool per l'analisi del proprio software
L'azienda è al lavoro per adattare alle esigenze delle forze dell'ordine alcuni tool per l'analisi del proprio software


Redmond (USA) – Arriva dall’Australia l’annuncio con cui Microsoft ha fatto sapere di voler sviluppare una serie di software da affidare agli esperti delle forze dell’ordine, software sofisticati che potrebbero secondo l’azienda rafforzare le potenzialità tecnologiche delle indagini su fatti criminosi della più diversa natura.

Nel corso di una conferenza dedicata all’aggiornamento delle forze dell’ordine che si tiene in Australia, uno dei boss di Microsoft Australia, Greg Stone, ha spiegato che l’uso sempre più massiccio dell’alta tecnologia da parte delle organizzazioni criminali sviluppa una forte pressione sui cybercop di mezzo mondo. Che si parli di riciclaggio di denaro sporco, di sfruttamento dei minori o di truffe, sempre più spesso Internet e le nuove tecnologie sono al centro delle operazioni della “cybermafia”.

Da qui, dunque, discende l’interesse per Microsoft di offrire strumenti dedicati. “Quello che vogliamo fare – ha affermato Stone – è di rendere i nostri strumenti interni disponibili alle forze dell’ordine. Non sto parlando di prodotti commerciali pronti all’uso che porremmo sul mercato, parlo di tecnologie altamente specializzate, di intelligenza artificiale e data mining, che possono essere usate in sicurezza solo da persone estremamente competenti”.

Lo sviluppo dei nuovi strumenti analitici che dovrebbero aiutare i cybercop nelle loro indagini è strettamente legato alla conversione e adattamento da parte di Microsoft di numerosi tool già utilizzati dall’azienda per le analisi interne sul proprio software.

“Mano a mano che questi tool diventano disponibili – ha spiegato Stone – li offriremo alle agenzie delle forze dell’ordine cosicché possano svolgere meglio il loro lavoro di catturare i criminali e offrire un beneficio alla società”. “Non si tratta – ha poi concluso – di una questione che riguarda solo Microsoft”.

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Pubblicato il 1 apr 2005
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