Call center, chiamate costosissime

Call center, chiamate costosissime

Alcune chiamate al call center di Tele2 sono costate troppo: 10,33 euro l'una in bolletta. L'operatore accusa Telecom: colpa sua. E in tv l'azienda ammette l'errore
Alcune chiamate al call center di Tele2 sono costate troppo: 10,33 euro l'una in bolletta. L'operatore accusa Telecom: colpa sua. E in tv l'azienda ammette l'errore


Roma – Una chiamata costa 10,33 euro: no, non è il prezzo di una hot line erotica, ma è quanto può costare parlare con il call center di Tele2 a causa di un errore di fatturazione commesso da Telecom Italia. Il call center è un numero 848, chiamarlo dovrebbe costare quanto una telefonata urbana; invece Telecom la sta addebitando in bolletta a un prezzo di molte volte superiore. Tele2 ne parla sul proprio sito , dando appunto la colpa a Telecom e allegando un modulo per richiedere il rimborso al 187.

Il bandolo della matassa è stato sciolto martedì sera durante una puntata de Le Iene quando un inviato della celebre trasmissione televisiva, a fronte delle innumerevoli sollecitazioni da parte di clienti insoddisfatti per il servizio, è riuscito a strappare a Telecom Italia la promessa che i clienti che riceveranno in bolletta l’addebito di 10,33 o suoi multipli per chiamate verso il call center di Tele2, saranno rimborsati completamente nella bolletta telefonica successiva, in automatico e senza farne richiesta.

Durante la puntata, la iena ha anche provato a chiamare più volte il 187, ma gli addetti avevano sempre dato la colpa a Tele2 per l’errato addebito. Insomma, il solito quadretto già visto del rimpallo delle responsabilità tra diversi operatori, che hanno tutti scelto di utilizzare i call center quale unica interfaccia di dialogo con i propri clienti: sbaglia quello, sbagliano tutti.

Le regole di questo sadico giochino sono note: gli utenti chiamano e sperano di trovare una soluzione per un torto subito ma vengono passati di numero in numero, di call center in call center appunto, senza passare dal Via . Almeno finché il problema non finisce sui media, come è avvenuto in questo caso, e le cose si sbloccano. Ciò che conta, comunque, è che ora la questione sembri risolta. Per accertarsi che lo sia davvero toccherà aspettare il momento dei rimborsi “automatici”.

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Pubblicato il 7 apr 2005
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