Questo è il futuro dell'ADSL?

Questo è il futuro dell'ADSL?

Lo dicono Tiscali e Telecom che nelle stesse ore presentano i propri piani industriali: ecco cosa c'è da attendersi per la connettività broad band italiana e per la copertura. ADSL 2 in prima fila
Lo dicono Tiscali e Telecom che nelle stesse ore presentano i propri piani industriali: ecco cosa c'è da attendersi per la connettività broad band italiana e per la copertura. ADSL 2 in prima fila


Roma – Evolverà la rete, arriveranno nuovi servizi: è la strada che sta imboccando l’ADSL italiana, in base ai piani industriali presentati questa settimana, quasi in contemporanea, da Telecom Italia e Tiscali . L’ADSL si palesa così, per bocca dei due operatori, come un cucciolo, in Italia: già un po’ sviluppata, ma con tanta voglia (e bisogno) di crescere ancora.

Nelle infrastrutture, per prima cosa: Telecom ha detto che nella seconda metà del 2005 adotterà ADSL 2 plus nel 40-50 per cento delle centrali ADSL, per portare la velocità (in un secondo momento) fino a 10 e 20 Mbps nominali. Telecom così colmerebbe di colpo il gap con le reti in unbundling di Tiscali, il quale è già passato ad ADSL 2 e sta per adottare lo standard 2 plus aggiornando i relativi Dslam nelle centrali di Telecom raggiunte dalla propria rete.

È una corsa di velocità, ma non è facile capire quanto sia concreta e quanto fatta di parole, di annunci che guardano troppo in là nel futuro. L’upgrade da 640 a 1.280 Kbps, promesso da Telecom per le linee flat, è del resto ancora in corso, sebbene, da annunci ufficiali, a metà marzo si sarebbe dovuto ultimare.

Nondimeno, Telecom sbandiera già il passo successivo, perché c’è un messaggio chiaro da comunicare al pubblico: l’ADSL è una miniera d’oro su cui si può e si deve investire ancora molto, in futuro. Lo stesso sta facendo Tiscali: nel piano industriale 2005-2007 comunica che l’unbundling sarà potenziato, arriverà a coprire il 50 per cento della popolazione entro il 2007. Per quell’anno mira ad avere 650.000 utenti ADSL (pari all’8 per cento del mercato).

Questa dichiarazione di Tiscali era un tassello mancante nel quadro: Fastweb e Wind avevano detto, tra febbraio e marzo, che avrebbero coperto il 45 per cento della popolazione con le proprie reti in unbundling entro il 2006 (ora sono al 18 e al 30 per cento circa). Tiscali, che ora è al 30 per cento, invece non aveva esplicitato fino a pochi giorni fa l’interesse a proseguire a espandere la copertura. Se ora ha dichiarato che intende investire 35 milioni di euro in due anni nella rete è perché vuole stare al passo con la concorrenza sostenuta dagli altri grandi operatori, anche se, stando ai piani, accumulerà un anno di ritardo nella copertura.

Nel bene o nel male, significa che il futuro dell’ADSL italiana passa necessariamente dall’unbundling, da reti proprie e in parte autonome:
terreno fertile e avamposto utile per fronteggiare ad armi (quasi) pari Telecom Italia.

E Telecom che fa, continua a estendere la propria rete ADSL? Non si sa. È proprio questo il problema. Certo, Ruggiero ha detto che saranno aggiornati i Dslam allo standard ADSL 2 plus… ma saranno coperte anche nuove centrali? Ruggiero non lo dice durante la presentazione dei piani. E, tra tutti quei numeri declamati con fierezza e autocompiacimento, è la questione della copertura ADSL la grande assente. C’è un dato certo, nel bilancio 2004 presentato da Telecom il mese scorso: a dicembre l’ADSL copriva l’83 per cento della popolazione italiana. Il dato precedente, del bilancio di settembre? Era coperto l’83 per cento del territorio. Così Telecom, cambiando l’unità di misura (da territorio a popolazione) non permette di capire se ci sia stato un miglioramento. Il dato di marzo non c’è, ancora; lo si attendeva alla presentazione dei piani, ma, appunto, non è stato comunicato. Però, almeno, c’è la promessa, fatta da Ruggiero nei mesi scorsi, che entro il 2005 sarà coperto il 91 per cento della popolazione. Si vedrà.


Per ora Telecom afferma che sta investendo non solo nella rete, ma anche nei servizi. Rete (intesa come infrastruttura propria, in unbundling per gli operatori alternativi) e servizi sono i due cardini sui quali si reggerà nei prossimi mesi l’ADSL italiana. Il fiore all’occhiello che Telecom vuole apporsi alla giubba da ex monopolista è la TV su IP. La lancerà a giugno 2005, per gli utenti Alice 4 Mbps, su quattro città italiane.

Così, almeno, ha dichiarato Ruggiero durante la presentazione dei risultati. In precedenza aveva parlato di aprile: un piccolo ritardo sulla tabella di marcia. Nell’occasione sono emersi però nuovi dettagli sull’offerta: le quattro città saranno Roma, Milano, Palermo, Bologna (curioso, non Napoli). A fine 2004 le città saranno 17, pari a 3,6 milioni di linee (20 per cento delle famiglie italiane): anche Trieste, Brescia, Torino, Biella, Verona, Venezia, Padova, Genova, Alessandria, Firenze, Catania, Bari, Cagliari.

Nel corso del 2006-2007 ce ne saranno altre 40, già indicate da Telecom nelle slide della presentazione. Da fine 2005 la TV su ADSL sarà servita tramite un set top box (da collegare al televisore), che, nel 2006, arriverà a includere il supporto al Digitale Terrestre. Due cose in una, quindi: TV di Alice e TV Digitale Terrestre.

Non solo: Telecom dice che ci sarà anche la possibilità di fare browsing e usare servizi e-mail via TV (no, niente peer-to-peer, peccato). Il che non è affatto una novità, in Italia: l’aveva già offerta, nel pieno della new economy, Freedomland .

Si è parlato anche di quali potranno essere i contenuti della TV di Telecom: partite della serie A di calcio, 310 film ogni anno, 200 titoli da un catalogo on demand, concerti, eventi live, e poi i canali della pay Tv.

Ruggiero ha detto che Telecom farà il triple play, via Internet: oltre alla connessione e alla TV si concentrerà anche sul VoIP, potenziando l’attuale offerta Alice Mia ed estendendola, dalla seconda metà del 2005, alle piccole e medie imprese e ai professionisti (small office home office). Per il business avrà anche servizi di centralino VoIP. Lancerà apparecchi Softphone su PC e videotelefoni Wi-Fi che parleranno via Alice Mia e quindi tutto in VoIP. Il videotelefono di Telecom è invece adesso su rete PSTN, solo in parte IP, e non è Wi-Fi.

I numeri dell’ADSL
Secondo Ruggiero, la TV su IP sarà un forte fattore per convincere gli utenti a passare all’ADSL di Alice (“peserà al 20 per cento, stimo”, ha detto). Che già è dominante: circa il 70 per cento del mercato è in mano a Telecom e così sarà ancora nel 2007, dice Ruggiero. Anzi, “il mercato tenderà a consolidarsi”. Pioverà sul bagnato, insomma.

A marzo 2005, gli utenti Alice sono stati 3,340 milioni. Quelli degli operatori wholesale, cioè che hanno acquistato il servizio all’ingrosso da Telecom, 1,010 milioni. Lo squilibrio è marcato ma lo è di più di quanto sembri a prima vista; poiché “l’operatore wholesale con il maggior numero di ADSL attive è TIN “, ha detto Ruggiero (pari a 300.000 a fine 2004). Resta quasi tutto in famiglia, insomma. A questi numeri vanno comunque aggiunte le ADSL in unbundling (circa 400.000 a fine 2004, come risulta dal bilancio di Telecom).

Un dato importante, che è emerso durante la conferenza, è che nel 2004 c’è stato il sorpasso: il mercato italiano consumer Internet banda larga ha superato quello della banda stretta, 64 contro il 36 per cento, per un valore totale di 1,6 miliardi di euro. Nel 2007, il rapporto sarà 90 contro 10 per cento, quando le linee banda larga saranno 10 milioni (stima Telecom): quasi una famiglia o un ufficio su due. A fine 2005 saranno 4,9 milioni.

Alessandro Longo

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Pubblicato il 15 apr 2005
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