Se IBM rinuncia al PC

Se IBM rinuncia al PC

I pessimi risultati del comparto non lasciano molto spazio di manovra al colosso dell'informatica. Lasciare il PC significa dedicarsi meglio ad altro
I pessimi risultati del comparto non lasciano molto spazio di manovra al colosso dell'informatica. Lasciare il PC significa dedicarsi meglio ad altro


Armonk (USA) – La contrazione della domanda associata ad una guerra dei prezzi che non è riuscita a vincere ha portato IBM ad annunciare che uscirà progressivamente anche dal settore dei personal computer.

Il comparto nel corso del 2001 ha vissuto mesi di enorme difficoltà con l’unica eccezione di Dell, il più importante costruttore che è riuscito, a fronte di un mercato sempre più difficile, a crescere le proprie quote percentuali a spese di tutti gli altri, e tra questi non solo Compaq e Gateway ma anche, appunto, IBM.

Nelle scorse ore il presidente di IBM, Louis Gerstner, l’uomo a cui IBM deve gli ottimi successi di questi anni, ha spiegato che il settore PC entrerà tra quelli dai quali l’azienda intende separarsi. Una “mossa”, dunque, che segue la decisione del ’99 di perseguire nel mercato PC i target aziendali lasciando da parte il mondo consumer. Ora il taglio appare definitivo.

Gerstner, che ancora una volta ha ventilato la possibilità di lasciare la guida dell’azienda, che in quel caso andrebbe probabilmente a Sam Palmisano, non ha dettagliato i tempi delle operazioni di ristrutturazione ma i mercati hanno già iniziato a dare fiducia al management IBM, capace di portarsi a casa oltre 33 miliardi di dollari all’anno nei soli servizi aggiuntivi di gestione e valutazione dati.

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Pubblicato il
22 gen 2002
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