BMG: molta più musica online

BMG: molta più musica online

La casa discografica che controlla i destini di Napster decide di lanciare sul Web 3mila pezzi sul proprio sistema di distribuzione digitale. Separato da Napster, il sistema segna un momento di svolta. E una scommessa difficile
La casa discografica che controlla i destini di Napster decide di lanciare sul Web 3mila pezzi sul proprio sistema di distribuzione digitale. Separato da Napster, il sistema segna un momento di svolta. E una scommessa difficile


Web – Sono quasi 3mila i brani musicali che BMG intende rendere disponibili ai propri utenti online, segnando con decisione un momento di svolta nel rapporto di una delle majors della musica internazionale con le opportunità offerte da Internet. BMG, che controlla i destini di Napster, rilancia dunque in queste ore il suo programma di distribuzione digitale, ma al di fuori di Napster.

Il voler portare nel proprio Digital Music Service un numero così ampio di pezzi significa per BMG tastare il terreno al mercato e verificare fino a che punto gli utenti Internet siano disponibili “a venire a patti” e pagare la musica da ascoltare e scaricare online. Una “mossa” che arriva mentre la casa che controlla BMG, Bertelsmann, sta parlando di fusioni con un’altra majors della musica, EMI.

Momento caldissimo, dunque, che potrebbe sfociare in quello che i fan di Napster temono da mesi, ovvero la trasformazione del sistemone in un ambiente chiuso a pagamento e una sua integrazione nel sistema di distribuzione musicale online di BMG e, chissà, forse anche di EMI.

Nel frattempo, anche le altre case discografiche maggiori, da Sony Music a Warner Music, stanno tutte sviluppando sistemi per lo scaricamento e l’ascolto di musica digitale via Internet, ma sono molti gli analisti scettici verso queste iniziative. Arrivano infatti dopo l’enorme diffusione avuta da Napster, Gnutella e da tutti gli altri ambienti di file-swapping che consentono agli utenti di passarsi musica l’un l’altro senza pagare un dollaro a nessuno. Una situazione “esplosiva” per le case discografiche che stanno iniziando a reagire ma, dice qualcuno, con troppo ritardo.

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Pubblicato il
19 gen 2001
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