Contrappunti/ Il coso

Contrappunti/ Il coso

di Massimo Mantellini - In casa è entrato un MacMini Apple che riduce rumori e cavi dando nuove sensazioni ad un vecchio utente di PC. Tentazione non da poco per chi non hai mai ceduto alla squisitezza della Mela
di Massimo Mantellini - In casa è entrato un MacMini Apple che riduce rumori e cavi dando nuove sensazioni ad un vecchio utente di PC. Tentazione non da poco per chi non hai mai ceduto alla squisitezza della Mela


Roma – Ora è notte fonda. E la tastiera sulla quale sto iniziando questo Contrappunti non fa nessun rumore. O quasi. Tutto il contrario di quella sulla quale ho scritto – con soddisfazione – negli ultimi anni. E questo è già un punto. Il computer poi, ovviamente è acceso. Eppure non sento il sibilo fastidioso che ha riempito per molto tempo questa stanza. “Lui” anzi, “l’altro” per meglio dire, il tower confusionario, se ne sta proprio spento sotto la scrivania. Con il suo bel groviglio di cavi e cavetti dietro. E questo è un altro punto.

Sono ormai dieci anni che scrivo di informatica e accesso alla rete, di cultura digitale e diritti connessi. Una ventina forse, che perdo tempo sopra i computer. E sempre le mie tastiere hanno restituito il clik-clak dei loro martelletti pigiati: sempre i computer – qualcuno di più qualcuno di meno – mi hanno fatto compagnia con il sibilo fastidioso delle loro ventole. Quello di stasera, al quale faccio caso, è invece il rumoroso silenzio del primo computer apple che sia arrivato da queste parti.

Quando il corriere qualche sera fa ha suonato il campanello per consegnare il MacMini acquistato all’apple store, dopo aver aperto la confezione ed estratto l’oggetto, mia moglie mi ha chiesto: “Si ma il computer dov’è?”. Il computer è questo “coso” quadrato di 16 centimetri di lato qui accanto, sulla scrivania. Ed io non so se il poco rumore che emette (a parte un fastidioso suono di orchestra all’avvio che non ho ancora capito come tacitare) abbia attinenza con le esigue dimensioni. Francamente ne dubito.

Così dopo vent’anni di informatica amatoriale, per qualche ragione che mi sfugge, in questi giorni ho attraversato il fatidico confine: quello che separa due tribù in perenne guerra di religione. Gli utenti windows da quelli apple.

Ora non sta a me dire che si tratta di una contrapposizione inutile. Che volendo puo’ essere ulteriormente estesa, se qualcuno ne sentisse il bisogno, anche al mondo Linux. O che anche i computer, come qualsiasi altro strumento, subiscono involontari processi di beatificazione da parte dei loro utilizzatori, esattamente come certe Fiat 124 della mia infanzia che proprietari ornavano con improbabili cuscini sul lunotto posteriore.

La grande intuizione di Steve Jobs e dei suoi ingegneri nel caso del MacMini è stata forse quella di gettare un ponte fra quanti, come me, hanno sempre pensato che i computer apple fossero bellissimi oggetti un po’ troppo costosi ed un po’ troppo chiusi e l’idea stessa, molto estetica ma non altrettanto remunerativa, di creare i propri prodotti per una esigua schiera di fedeli e consolidati utilizzatori. Forse il successo planetario dell’iPod non è estraneo a questa valutazione di apertura verso il mondo non colonizzato (o colonizzato da Bill Gates). Forse per questo dopo vent’anni in casa mia è approdato un computer apple.

Certo io ho una certa età e la prima cosa che mi colpisce è quanto “il coso” sia silenzioso. Delle faccende tecniche del resto ho scarso titolo per parlarne: ma sarebbe lo stesso se dovessi descrivere come funzionano gli altri PC di casa mia. Ed a pensarci bene a me per primo delle questioni tecniche è sempre interessato assai poco.

Pero’ se come il sottoscritto non siete iscritti ad alcun circolo, se vi interessa poco la guerra dei numeri su RAM, Gigahertz, MegaByte ecc, se non sapete cosa è un benchmark, se avete seri problemi a mantenere la calma quando dovete passare l’aspirapolvere fra la miriade di cavi che avvolgono il case del vostro computer sotto la scrivania, se vi piacciono i begli oggetti e soprattutto, se avete voglia di riscoprire cosa significhi digitare nel più assoluto silenzio compratevi un MacMini. Mi ringrazierete del consiglio.

Massimo Mantellini
Manteblog

p.s. Prima che qualcuno si prodighi in eccessive lungimiranze, dichiaro quanto è per me ovvio: il sottoscritto ed Apple Computers non hanno mai avuto alcun rapporto.

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Pubblicato il
26 apr 2005
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