Il VoIP flat di Telecom Italia

Il VoIP flat di Telecom Italia

In sordina, esce un'offerta che solleva già polemica tra gli operatori: un canone di 15 euro al mese permette chiamate illimitate gratuite tramite ADSL. Anche per chi l'ADSL ce l'ha a consumo
In sordina, esce un'offerta che solleva già polemica tra gli operatori: un canone di 15 euro al mese permette chiamate illimitate gratuite tramite ADSL. Anche per chi l'ADSL ce l'ha a consumo


Roma – Quando vuole, Telecom Italia sa rinunciare a modelle e a corridori ed essere discreta, perfino e soprattutto se si tratta di lanciare un’offerta destinata a fare tremare il mercato: una flat rate VoIP rivolta agli utenti Alice che sottoscrivano i servizi Alice mia. A 15 euro al mese IVA inclusa (più i 4,95 euro di Alice Mia) è possibile fare illimitate chiamate nazionali, inviare infiniti SMS e MMS verso qualsiasi numero di rete fissa di Telecom Italia, purché si usino i telefoni associati ai cinque numeri aggiuntivi creati con Alice Mia. L’offerta flat è apparsa nei giorni scorsi sul sito di Alice, semi nascosta, in basso nelle pagine e con caratteri minuscoli. Ha acquisito il nome di Alice Mia Voce, dopo essersi chiamata per un po’ di tempo Alice Mia Full Services.

L’aspetto eccezionale dell’offerta non è il canone: Parla.it e Tiscali ne chiedono uno inferiore, 19,89 e 19 euro al mese rispettivamente, per fare illimitate chiamate nazionali. Ciò che soltanto Telecom Italia riesce al momento a fare, poiché proprietaria della rete, è un’altra cosa: un piccolo gioco di prestigio. Permettere anche agli utenti con ADSL a consumo di chiamare in VoIP a tariffa flat, con Alice Mia Voce. Ossia senza pagare il tempo di connessione quando telefonano.

Già: gli utenti a consumo sono il grosso del parco ADSL, 75 per cento delle linee, quota che diventa circa il 95 per cento se si considerano solo quelle attivate presso famiglie. Adesso questi utenti hanno un’offerta che riesce a conciliare l’inconciliabile. Quando navigano, pagano a consumo. Quando alzano il telefono collegato al router Alice Gate (portato a casa dell’utente Alice Mia) continuano a sfruttare la connessione ADSL, “ma su un canale virtuale a parte, always on e a tariffa flat”, spiega a Punto Informatico Guido Tripaldi, membro del consiglio direttivo dell’ AIIP (l’associazione dei principali provider italiani) ed esperto di servizi VoIP. “Così Telecom può rivolgersi al grosso del mercato ADSL, precluso a noi operatori alternativi: quello delle connessioni a consumo”, aggiunge.

Com’è noto, quando chiama con il VoIP, l’utente paga sia le chiamate sia la connessione. “Per questo motivo”, nota Tripaldi, “sarebbero servizi destinati ad attecchire soltanto presso gli utenti con connessioni flat…che però sono una piccola parte del totale. Il grosso degli utenti, grazie ad Alice Mia, rischia di finire in mano a Telecom”.

Certo, i provider non ci stanno a subire quella che considerano “una mossa anticoncorrenziale”. Il mese scorso hanno inviato, attraverso l’AIIP, una diffida a Telecom contro la flat Alice Mia, le cui caratteristiche erano infatti note loro già da aprile. Ne era apparsa una fuggevole notizia sul sito 187.it, poi cancellata. Ed era stata inclusa nelle slide del discorso fatto da Riccardo Ruggiero, amministratore delegato Telecom, durante la presentazione dei piani industriali . Curioso: Alice Mia Voce, all’epoca “Full Services”, appare nelle slide ma non è descritta a voce da Ruggiero, che invece si è soffermato sul passo successivo in programma: nei prossimi mesi il VoIP di Telecom sarà lanciato anche all’utenza business. Si noti che a Telecom, comunque, la parola VoIP non piace: non appare nemmeno una volta sul sito. Alice Mia, per il grande pubblico, non è chiamata VoIP. Tale è descritta soltanto nel discorso di Ruggiero.

Tentennamenti? C’è chi ritiene che a Telecom non convenga istruire il grande pubblico su questa alternativa alla rete fissa tradizionale. Basta peraltro una ricerca in rete per scoprire una molteplicità di operatori, che magari permettono di avere il VoIP senza la linea e il canone di Telecom .

La questione, com’è ovvio, è aperta. La diffida degli operatori non ha sortito effetti, l’offerta alla fine è apparsa sul sito; sebbene, forse per prudenza e per evitare ulteriori polemiche, sia stata lanciata senza fare troppo rumore. L’AIIP aveva chiesto a Telecom di rinunciare alla flat VoIP; o almeno di lasciare gli utenti Alice Mia liberi di scegliere di telefonare con qualsiasi operatore VoIP tramite quel canale virtuale always on. Così anche i concorrenti avrebbero potuto sfruttarlo per rivolgersi all’utenza dotata di ADSL a consumo.


Al momento la situazione è in sospeso, non si sa se la proposta degli operatori sarà accolta. Né Telecom risponde a Punto Informatico, che, già venti giorni fa aveva chiesto una replica alle accuse fatte dagli operatori ad Alice Mia Voce.

I rischi in ballo sono però facili da immaginare e hanno anche tratti paradossali. Il VoIP nelle mani dei provider ancora fino a pochi mesi fa poteva essere pensato come l’arma con cui sarebbe stato forse possibile scardinare gli equilibri della telefonia fissa tradizionale; adesso invece già minaccia di apparire come la possibile futura contrada, una delle tante, del regno di Telecom Italia. Essere i soli operatori a potersi rivolgere agli utenti dotati di ADSL a consumo può avere infatti un effetto dirompente sul mercato.

Il punto è che le regole, nel settore VoIP, sono in ritardo . Telecom può sfruttare questo stato di far west per accumulare quote di mercato e mettere in ginocchio i rivali; quando, eventualmente, sarà costretta ad aprire Alice Mia ai concorrenti potrebbe essere troppo tardi, i giochi saranno fatti. E allora, se i concorrenti saranno deboli, si potrà persino permettere di alzare i prezzi del VoIP, equipararli a quelli della telefonia fissa. La novità sarà ridotta ai vecchi schemi del business.

Il rischio per gli utenti, secondo qualcuno, è quello di vedersi strappate le promesse del VoIP sotto il naso. Non solo. Il VoIP già si è trasformato per Telecom in un’opportunità, da minaccia che poteva essere per il business tradizionale.

“Su quei numeri aggiuntivi di Alice Mia Telecom non è tenuta a rispettare gli obblighi che le sono stati imposti, in quanto operatore dominante, nel settore della rete fissa”, spiega Tripaldi. Per esempio, non c’è portabilità dei numeri aggiuntivi di Alice Mia: o con Telecom o niente. Gli utenti che non vorranno perderli non cambieranno operatore. Una fetta dell’utenza verrebbe così bloccata, in barba alle esigenze del libero mercato.

Alessandro Longo

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Pubblicato il
17 mag 2005
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