C'è davvero un rischio-cellulare?

C'è davvero un rischio-cellulare?

C'è e in campagna aumenterebbe: così la pensano gli oncologi svedesi che hanno studiato gli effetti del cellulare su 3mila persone, metà delle quali vivono in zone rurali
C'è e in campagna aumenterebbe: così la pensano gli oncologi svedesi che hanno studiato gli effetti del cellulare su 3mila persone, metà delle quali vivono in zone rurali


Roma – ” Voglio andare a vivere in campagna “, cantava Toto Cutugno: e chi non vorrebbe? Ma secondo i risultati di una ricerca condotta dall’ Università di Orebro , in Svezia, vivere lontano dai fastidiosi rumori della metropoli potrebbe essere meno idilliaco di quanto immaginato. Infatti l’equipe guidata dal Prof. Lennart Hardell, oncologo, ha fatto una scoperta considerata allarmante sulla telecomunicazione mobile: l’uso di un telefonino in aree rurali triplicherebbe il rischio, così viene definito, di neoplasie cerebrali .

I risultati di questo studio, iniziato nel 1997, sono stati pubblicati sul Journal Of Occupational and Environmental Medicine . La scoperta nasce dall’osservazione di un campione di circa 3000 individui, la metà dei quali residenti in campagna e possessori di un telefonino. I dati indicano che questo secondo gruppo avrebbe maggiori probabilità di sviluppare tumori al cervello. Attenzione però: non sono state rilevate relazioni tra il tempo di uso effettivo e l’incidenza delle patologie.

L’ipotesi avanzata dagli scienziati per spiegare questo strano nesso è che i telefonini degli utenti extraurbani sparerebbero emissioni fino a 10 volte più potenti per rimanere in contatto con le stazioni base, solitamente dislocate nei centri abitati. Una spiegazione immediatamente respinta da un radiologo britannico, Michael Clark. L’esperto ha sostenuto sul New Scientist che si tratta di studi inconcludenti .

Benché lo stesso Prof. Harrell abbia ammesso che non si tratta di risultati definitivi, il suo lavoro si aggiunge al mosaico, sempre più completo e peraltro mai definitivo, di test e controtest: dimostrare la dannosità dei dispositivi cellulari non è sicuramente una cosa da poco. E’ una questione delicatissima che interessa milioni – se non miliardi – di persone in tutto il mondo e, naturalmente, i portafogli di una quantità di imprese, dalle più piccole alle più grandi.

Non stupisce quindi che la ricerca sugli effetti di questa popolarissima tecnologia, ormai in tasca persino dei più piccoli, proceda lentamente e con cautela. Gli scienziati, evitando toni perentori, sembrano voler scongiurare l’esplosione di psicosi di massa. Episodi che non gioverebbero sicuramente al fatturato delle imprese coinvolte nel business dei telefonini.

Ad ogni modo, come ribadito più volte da numerosi esperti, anche gli scienziati svedesi si spingono solo a consigliare cautela e prudenza . Due sani e vecchi principi che riescono a resistere persino alla sfida del tempo e della tecnologia. In barba alle emissioni.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
18 mag 2005
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