La Internet colpevole

La Internet colpevole

Ne parla un lettore che, dietro a servizi sulla criminalità che prospera in Internet vede un tentativo di delegittimazione della rete a favore dei media tradizionali
Ne parla un lettore che, dietro a servizi sulla criminalità che prospera in Internet vede un tentativo di delegittimazione della rete a favore dei media tradizionali


Roma – Salve, ho un’azienda fornitrice di servizi web, le scrivo per esprimere la preoccupazione riguardo alle notizie che il tg2 delle 13, in data odierna, ha trasmesso come primo servizio (anche il TG1, ma non come prima notizia).

Il servizio in questione riporta il fenomeno della pedofilia, purtroppo incontrollabile fenomeno, se non in alcune azioni giudiziarie, che condivido pienamente.

Quasi tutti i giorni sui giornali e sulle televisioni, vengono riportate notizie a caratteri cubitali, in modo di porre più attenzione, che riguardano il “brutto mondo” di Internet, riferito esclusivamente alle truffe e alla pedofilia, compiute da “persone insospettabili” (tanto per creare ancor di più diffidenza), senza contare che in questo modo danneggiano anche gli onesti, che attraverso Internet affidano le loro idee ed esperienza, cercando di portare il miglior servizio possibile verso chi utilizza il Web.

I pedofili, le truffe, sono conseguenze di una parte di mentalità umana, infatti ricordo che fino a quando non esisteva Internet i pedofili li trovavano davanti ad alcune scuole, in alcune piscine e nei luoghi normalmente frequentati dai soggetti offesi, quindi Internet non è che un mezzo utilizzato per raggiungere questi scopi, non è possibile continuare con queste informazioni “guidate”, non è Internet il pedofilo, è meglio educare i nostri figli ad una maggiore attenzione, il che fa comodo anche quando sono fuori casa.

Questa “deterrenza” proviene ovviamente da tutte le altre forme di informazione, giornali & televisione, presumo, acerrimi nemici di Internet, che nessuno difende, infatti le migliaia di posti di lavoro, le continue ricerche di personale specializzato delle aziende, le informazioni che possiamo trovare in un attimo, non vengono mai evidenziate.
Non sarà che questa “deterrenza” è fatta apposta per denigrare Internet per poi continuare ad offrire le informazioni (monopolizzate) a pagamento?

Se internet prende piede, che fine fanno i giornalisti, i cronisti etc etc? Se le opinioni e proteste delle persone, vengono rese pubbliche, che fine farà la politica? Esagero?

Cordiali saluti
Alessandro P.

Gentile Alessandro
ciò di cui parli non è una novità: da molti anni purtroppo certa informazione sembra parlare dei crimini commessi “a mezzo Internet” come fatti di cui è in qualche modo responsabile la rete stessa. E per anni Punto Informatico ha segnalato questa tendenza. Le conseguenze di questo atteggiamento sono tangibili: sfiducia nelle promesse della rete, dalla libera circolazione delle idee ai nuovi modelli di condivisione della cultura, ma anche in questioni chiave per lo sviluppo, come l’e-commerce, anche quando realizzato con tutti i crismi dell’affidabilità e della sicurezza, o come l’informazione online, dai blog ai notiziari professionali o, ancora, come i servizi Internet di cui lei, come moltissimi altri, ha fatto una professione.
Non credo si tratti di “complotto” quanto invece di ignoranza delle cose della rete, diffusa ancora oggi in ogni ambiente, da quello giornalistico a quello politico. Per fortuna non sempre e non tutto è così: accanto a servizi “informativi” come quello che lei cita c’è anche chi produce nei media tradizionali informazione attenta e rigorosa attorno alla rete. E questo accade anche nella politica. C’è solo da sperare che, con il tempo, i pregiudizi che circondano Internet siano superati nei fatti dalle grandi opportunità che la rete rappresenta.
A presto, Paolo De Andreis

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Pubblicato il 27 mag 2005
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