Ora ci provano con i webbollini di condotta

Ora ci provano con i webbollini di condotta

Per una volta Singapore non impone misure dall'alto ma standard ai quali i webmaster possono scegliere di attenersi. Tra rating e paura dell'ignoto
Per una volta Singapore non impone misure dall'alto ma standard ai quali i webmaster possono scegliere di attenersi. Tra rating e paura dell'ignoto


Singapore – L’isola più ricca del sud-est asiatico ricorre ai bollini web per aumentare il livello di tutela della privacy degli utenti internet e quello della schermatura contro i contenuti pornografici. E lo fa contravvenendo ad una prassi consolidata, senza una formale imposizione dall’alto a tutti i webmaster.

Sebbene molti contenuti web già siano sottoposti a divieto, ora le autorità di Singapore sostengono che l’adozione di codici di condotta specifici, che si traduce nella possibilità per un sito di apporre un certo “bollino blu”, è essenziale per non pregiudicare lo sviluppo della rete.

Stando al NIAC (National Internet Advisory Committee), un comitato consultivo del ministero per l’Informazione e le Arti, le vie da seguire sono due e due sono i bollini: “Model Data Protection Code” e “Industry Content Code”. E sono l’occasione per le autorità di mostrare il volto docile. “I due codici – ha sottolineato infatti il chairman del NIAC, Bernard Tan – sono in linea con la convinzione del NIAC che si debba puntare sull’autoregolamentazione dell’industria e che ogni regola dovrebbe essere assunta volontariamente”.

Il bollino “privacy” su un sito prodotto a Singapore significherà per gli utenti che quel sito aderisce alle normative che regolano la raccolta di informazioni personali e la loro condivisione con altre entità commerciali.

Il bollino “contenuti”, invece, punta ad emarginare ancora di più i contenuti considerati “inadatti”, stando al NIAC, in particolare per i più giovani.

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Pubblicato il
6 feb 2002
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