UK, lab governativo per l'open source

UK, lab governativo per l'open source

Non più soltanto dichiarazioni: l'amministrazione Blair finanzia un laboratorio che consentirà alle pubbliche amministrazioni di testare e sviluppare tecnologie aperte
Non più soltanto dichiarazioni: l'amministrazione Blair finanzia un laboratorio che consentirà alle pubbliche amministrazioni di testare e sviluppare tecnologie aperte


Londra – Passo passo il Governo britannico va avvicinandosi all’open source e l’ultima novità è la realizzazione dell’ Open Source Laboratory , nuova divisione tecnologica varata in seno al National Computing Centre (NCC) e sviluppata nell’ambito della Open Source Academy , iniziativa governativa che mira al coinvolgimento sul software libero di tutte le amministrazioni.

L’idea di fondo del nuovo lab è consentire ai singoli enti che sviluppano soluzioni aperte di sperimentarne il funzionamento e ottimizzarle prima del loro impiego sulle proprie infrastrutture telematiche. Avvalendosi dei fondi e dei tecnici del lab, dunque, i diversi soggetti potranno cooperare alla realizzazione di soluzioni che potranno poi essere reimpiegate e riutilizzate anche da altri soggetti pubblici.

Lo scopo del Lab, così come dell’Academy, non è soltanto quello di portare a nuove applicazioni ma anche valutare la capacità delle PA di collaborare verso un obiettivo univoco. Va detto che le soluzioni che saranno adottate non saranno necessariamente imperniate in modo esclusivo sui software aperti: già il primo progetto con cui parte il lab, seguito dal Cleshire County Council in realtà prevede un mix di soluzioni proprietarie e aperte.

Sia come sia, quella del NCC è una decisione che accelera la marcia di avvicinamento dell’amministrazione Blair all’open source. Una marcia iniziata nel 2002 con il varo di una nuova policy sul codice aperto, linee guida che impongono alle amministrazioni di preferire l’adozione di tecnologie open rispetto a quelle proprietarie a parità di costo.

Il dinamismo che il Governo sta dimostrando su questo fronte, d’altra parte, ha già attirato IBM , che da due anni sostiene lo sviluppo di questo genere di codice per la PA, e persino di Microsoft che si è già detta pronta a competere con le soluzioni aperte britanniche.

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Pubblicato il
22 giu 2005
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