Obbedienza civile per gli e-book a scuola

Obbedienza civile per gli e-book a scuola

La propone lo storico esponente radicale Paolo Pietrosanti: attiviamo gli scanner e facciamo sì che il Governo non debba essere un fuorilegge
La propone lo storico esponente radicale Paolo Pietrosanti: attiviamo gli scanner e facciamo sì che il Governo non debba essere un fuorilegge


Roma – Non è passata inosservata la decisione del ministero dell’Istruzione di sperimentare in modo limitato la distribuzione di libri elettronici scolastici per gli alunni disabili, una sperimentazione che nei fatti rinvia di almeno un anno la diffusione su larga scala di strumenti attesi da moltissimi studenti e dalle loro famiglie.

Paolo Pietrosanti , esponente radicale da lunghi anni impegnato sul fronte dei diritti civili, ha lanciato così una iniziativa che ha definito di Obbedienza civile . L’idea è di accendere gli scanner e in breve tempo rendere disponibili per il download i libri scolastici in formato elettronico: come noto sono molti i genitori che hanno firmato un appello con cui chiedevano l’immediata applicazione dei disposti della Legge Stanca sull’accessibilità. Per studenti disabili e famiglie, infatti, i tradizionali libri di testo devono spesso e volentieri essere scansionati per poter essere poi utilizzati con gli ausili informatici che rendano possibile agli alunni conoscerne e studiarne i contenuti.

“Se il Governo sceglie di non rispettare le leggi dello Stato – spiega Pietrosanti – ci penseremo noi, per dovere civico e obbedienza civile: i libri di testo in rete ce li mettiamo noi”.

Secondo Pietrosanti se il ministero all’Istruzione e quello all’Innovazione pensano di poter rinviare di un anno l’operazione e-book, allora “è obbligo di ciascun cittadino surrogare l’inefficienza e rendere invece godibile un diritto umano civile soggettivo fondamentale (così definito certo non da me ma costantemente da Stanca e dal Governo tutto)”.

Di fatto, sottolinea Pietrosanti, qui stiamo parlando della possibilità per uno studente di accedere ai libri di testo “quanto meno della scuola dell’obbligo”. “Qualcuno – spiega – potrebbe scompostamente dire che ci vuole la disobbedienza civile. Io dico che non c’entra nulla, e che serve invece la obbedienza civile, obbligata. La Legge prescrive che i libri di testo siano accessibili, e in formato tale da potere essere usati pure da chi sta messo male. Se gli editori o il Ministero della Pubblica istruzione o il Ministro della innovazione tecnologica impediranno l’attuazione di questi obblighi di legge, vi disobbediranno e/o favoriranno la disobbedienza, la legge verrà rispettata, in via sussidiaria, da chi, come noi, trasformerà i libri di testo in file, e li distribuirà via Internet”.

L’iniziativa sta riscuotendo un notevole interesse negli ambienti digitali dove ci si occupa di disabilità e accessibilità, come la mailing list pdl3486 e secondo Pietrosanti “saremo in molti, tra l’altro con i nostri scanner, a operare insieme per evitare a Ministri e Parlamentari pessime figure, e soprattutto per evitare che delle leggi e della legalità si faccia carne di porco”.

Delle battaglie per l’accessibilità dei libri Pietrosanti non è certo un novellino: sua è la clamorosa iniziativa per portare in rete uno dei libri di Harry Potter , iniziativa che gli costò la denuncia da parte dell’autrice della celebre serie e degli editori britannico e italiano del volume. Una partita vinta però da Pietrosanti presso il Tribunale di Milano che diede ragione agli sforzi volti a rendere i libri accessibili a tutti.

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Pubblicato il
24 giu 2005
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