Londra – Sarà pure un progetto ispirato, un’idea destinata a svecchiare la televisione e a concedere ad Internet quella centralità che ormai rappresenta, ma è un’opportunità che, secondo un numero crescente di parlamentari britannici, non deve essere colta perché nasconde un pericolo finanziario.
Il progetto sotto accusa è evidentemente quello della BBC : come si ricorderà, lo scorso maggio la società radiotelevisiva pubblica aveva fatto un annuncio shock , promettendo di distribuire una parte consistente dei propri contenuti gratuitamente sulle reti del peer-to-peer.
Sebbene per ora quella della BBC sia una sperimentazione che durerà solo tre mesi a partire da settembre, le voci contrarie crescono.
Secondo Derk Wyatt, chairman dell’APIG, l’All Party Internet Group, alla BBC dev’essere impedito di fornire all’utenza della rete gratuitamente i propri contenuti. Memore dell’ottimo successo che non solo nel Regno Unito hanno fin qui ottenuto VHS e DVD delle trasmissioni BBC, Wyatt si è detto convinto che la distribuzione online potrebbe significare un ridimensionamento delle entrate troppo gravoso da sostenere.
“Se la BBC dà via in rete i propri materiali di archivio – ha dichiarato – allora distrugge un mercato. Perde qualsiasi genere di diritti digitali e qualsiasi possibilità di richiedere per questi in futuro un compenso”.
Al momento i dirigenti BBC non hanno ancora espresso un parere sulle posizioni di Wyatt, condivise da buona parte dell’APIG.