L'alba del nanotransistor fluido

L'alba del nanotransistor fluido

Gli scienziati dell'Università di Berkeley hanno reinventato il transistor: fluido e basato sul movimento degli ioni. Processori molecolari sempre più al centro
Gli scienziati dell'Università di Berkeley hanno reinventato il transistor: fluido e basato sul movimento degli ioni. Processori molecolari sempre più al centro

Berkeley (USA) – Due ricercatori della prestigiosa Università di Berkeley in California hanno inventato un nuovo componente nanoelettronico che promette grandi rivoluzioni nel campo delle nuove tecnologie: si tratta del pronipote del transistor – il nanotransistor fluido . Diretto discendente dell’invenzione che ha dato inizio alla microelettronica di massa, il nanotransistor fluido potrà aprire l’era dei processori molecolari.

“Un transistor è come una valvola e viene aperta oppure chiusa in base al passaggio di elettricità”, spiega Arun Majumdar, professore di ingegneria meccanica e creatore del transistor fluido. Visibile soltanto con un microscopio, il componente messo a punto da Majumdar riesce ad effettuare passaggi di carica controllando il flusso degli ioni per mezzo di nanotubi. Attraverso questi piccolissimi canali, delle dimensioni di 35 nanometri , scorre un liquido conduttore a base d’acqua e cloruro di potassio: questi tubicini passano attraverso una sorta di porta che applica variazioni di voltaggio.

Il nanotransistor Il prof. Peidong Yang, l’altra mente responsabile della nascita del transistor fluido, è convinto che entro breve i computer molecolari saranno finalmente realtà: la nuova tecnologia, secondo Yang, permette il passaggio di cariche elettriche ma anche di molecole . “Possiamo creare nanocomputer che trattano enzimi o DNA all’interno del corpo umano”, spera l’ingegnere chimico.

Ad ogni modo, le applicazioni del nanotransistor non si fermano soltanto al campo biomedico: i due ricercatori di Berkeley sperano che possa diventare la pietra angolare di una nuova ingegneria elettronica. Il parere di questi esperti è che i nanotransistor fluidi possano portare alla creazione di computer sempre più microscopici e versatili.

Come ricorda il prof. Yang, “l’uso dei nanotubi nei processi produttivi è più difficile” rispetto alle attuali tecniche per la produzione di circuiti integrati, “ma apre l’accesso ad un mondo di possibilità su scala ridottissima”.

Tommaso Lombardi

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
1 lug 2005
Link copiato negli appunti