Lo spam? Fa bene

Lo spam? Fa bene

C'è chi sorride ai risultati di uno studio secondo cui chi riceve tonnellate di spam non solo perde tempo a cancellarle ma ne può uscire condizionato. Anche in positivo
C'è chi sorride ai risultati di uno studio secondo cui chi riceve tonnellate di spam non solo perde tempo a cancellarle ma ne può uscire condizionato. Anche in positivo


Roma – Un bombardamento continuo e assillante di email che intasano la mailbox può non essere soltanto una seccatura e in certi casi una spesa, può persino far bene. A sostenerlo è un singolare studio di cui parla LiveScience che, accolto da molti con una certa ironia, per non dire sarcasmo, sta guadagnandosi l’onore delle cronache proprio in queste ore.

La ricerca della University of Alberta è stata condotta su un gruppo di 2100 canadesi: alla metà di loro è stata “affidata” una quantità di spam focalizzato su prodotti per il benessere fisico, diete e attività sportive, all’altra metà non è stato “somministrato” spam di sorta.

I risultati sono considerati sorprendenti: coloro che hanno ricevuto lo spam, infatti, hanno dimostrato un crescente e superiore interesse per la propria salute, in qualche caso interrompendo comportamenti deleteri.

Lo studio, che sarà pubblicato su una rivista americana di “promozione della salute” ( American Journal of Health Promotion ), afferma che gli spammati hanno, in linea generale, diminuito la massa grassa mentre l’altro gruppo ha semmai registrato un incremento. La massa grassa viene calcolata come percentuale in una relazione tra peso ed altezza dell’individuo.

“Questi – ha affermato il capo del team di ricerca, Ron Plotnikoff – erano messaggi dal contenuto informativo e motivazionale spediti ogni settimana per 12 settimane”. Secondo Plotnikoff “abbiamo bisogno di migliorare la salute delle persone. E abbiamo bisogno di metodi più creativi per raggiungere lo zoccolo duro “, ossia coloro che sembrano assai restii a curarsi della propria salute.

Plotnikoff ha ipotizzato che un bombardamento “positivo” possa essere organizzato per spingere le persone ad occuparsi di più della propria salute, e questo perché è un metodo considerato a basso costo per la “pubblicizzazione” di queste tematiche.

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Pubblicato il
6 lug 2005
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