Alice vince, la concorrenza trema

Alice vince, la concorrenza trema

Il Garante approva Alice Flat e la relativa offerta all'ingrosso di Telecom Italia. Provider battuti. L'Italia balza al secondo posto in Europa per tariffe ADSL economiche. Che ne sarà della concorrenza?
Il Garante approva Alice Flat e la relativa offerta all'ingrosso di Telecom Italia. Provider battuti. L'Italia balza al secondo posto in Europa per tariffe ADSL economiche. Che ne sarà della concorrenza?


Roma. Questa settimana il Garante delle Telecomunicazioni ha dato il via libera ad Alice Flat e all’offerta all’ingrosso che tanto malcontento aveva sollevato tra i provider. Si parte, per entrambe le offerte, il 17 luglio, quindi, su tutto il territorio nazionale, come annunciato . C’è una buona notizia, come comunica un portavoce di Telecom a Punto Informatico: gli utenti che già hanno Alice ADSL potranno chiedere un downgrade e passare, gratis, ad Alice Flat, per pagare 19,95 euro al mese e avere una velocità di 640/256 Kbps.

È un’offerta controversa, che piace ai consumatori, ma non ai provider. “Questa ADSL a 19,95 euro al mese è un buon passo avanti in Italia, siamo soddisfatti”, dice infatti Marco Pierani dell’ufficio relazioni esterne istituzionali presso Altroconsumo. Che il mese scorso aveva pubblicato una ricerca sui costi delle ADSL in Europa, mostrando che soltanto in Spagna sono più care che in Italia.
“Questa ADSL Alice cambia però il quadro”, dice Pierani.

In effetti, confrontando i prezzi indicati nella ricerca, l’ADSL flat più economica a giugno era di un provider francese (14,90 euro al mese); poi veniva la Gran Bretagna (20,63 euro). L’Italia l’ha quindi scavalcata a luglio, grazie ad Alice Flat, e si è guadagnata il secondo posto. A maggior ragione per il fatto che molte delle ADSL indicate nella classifica di Altroconsumo non sono flat totali.

Quella del provider Lixxus (Gran Bretagna) e di Clix (Portogallo), che occupavano il secondo e terzo posto, hanno una quota massima di dati trasferibili al mese inclusi nel canone. Nel primo caso, 500 MB; nel secondo, 10 GB, per una velocità massima di 512/256 Kbps e 2.048/256 Kbps. Per avere un’ADSL flat totale in Gran Bretagna bisogna spendere molto di più- circa 37 euro al mese, con AOL , per 1.280/256 Kbps.

Tutto ciò considerato, i prezzi italiani non fanno una brutta figura in Europa; soltanto quelli francesi sono, su tutti i fronti, migliori. La nota stonata è che la concorrenza qui non è pronta a ribattere. C’è il rischio che resti soltanto l’offerta di Telecom a difendere il traguardo raggiunto nella classifica delle ADSL più economiche in Europa.

I provider avevano infatti detto di non poter replicare ad Alice Flat servendosi della relativa offerta all’ingrosso, che giudicano inadeguata ; hanno cercato di farla modificare, scrivendo una lettera informativa Garante. Non ci sono riusciti. Adesso? Forse continueranno la battaglia; forse comunque lanceranno offerte concorrenti, magari sacrificando i propri profitti.

Il problema, infatti, è che l’offerta all’ingrosso di Telecom costa 18,804 euro (IVA inclusa) al provider per ogni utente che scarica più di 540 MB al mese (la tariffa è 11,64 euro al mese, più 1,21 cent al MB IVA inclusa, dopo il 31 dicembre, scaduta la promozione). Quindi molto spesso il canone lascerà soltanto 1,1 euro di margine ai provider, rispetto ai 19,95 euro dell’offerta al dettaglio. Se n’è già lamentata Tiscali la settimana scorsa durante una conferenza stampa tenuta a Cagliari. Comunque anche se l’utente trasferirà poche centinaia di MB, il margine sarà troppo piccolo per competere. A quel canone i provider devono infatti sommare anche il costo della banda del VP apposito dove attiveranno le utenze di queste offerte.

L’offerta Tiscali 1,25 M, a 19,95 euro al mese, nata prima di Alice Flat, non vi fa concorrenza piena, invece. Copre infatti soltanto gli utenti in shared access. Pari adesso a circa il 35 per cento del totale di quelli coperti da ADSL Telecom. Una quota che entro fine 2005 sarà il 50 per cento. Su almeno il 50 per cento del mercato resterebbe quindi alta e incontrastata la bandiera di Telecom, se i provider non troveranno il modo di reagire. I problemi emergerebbero nel lungo periodo: senza concorrenza (o con una concorrenza ridotta al 50 per cento, solo nelle zone di unbundling), è difficile che i prezzi scendano oltre quella quota. Il resto d’Europa continuerebbe la corsa al ribasso dei prezzi, senza di noi.

Alice Flat nell’immediato è una vittoria del consumatore. Ma rischia di trasformarsi, nel lungo periodo, in una sconfitta, perché minaccia le basi della concorrenza.

Già adesso la quota lasciata da Telecom ai concorrenti nel mercato banda larga è piuttosto bassa, rispetto a quanto avviene negli altri Paesi europei. Lo mostra una ricerca della Commissione Europea, di marzo 2005: la quota di Telecom era del 73,2 per cento, a gennaio. In media, nei Paesi dell’Europa unita, è invece del 54,4 per cento per un incumbent. Soltanto in Germania e in Portogallo la quota dell’incumbent è più alta che in Italia.

France Telecom, al contrario, pesa di meno rispetto alla somma degli altri operatori francesi: ha il 36,9 per cento delle linee banda larga attive. Il che la dice lunga sullo stato di salute della concorrenza qui e altrove. Sono questi gli elementi che nel lungo periodo concorrono a tenere bassi (o alti) i prezzi dell’ADSL. L’arrivo, come un fulmine a ciel sereno, di un’ADSL economica contro cui non c’è concorrenza rischia invece di essere invece un beneficio solo temporaneo per gli utenti.

Alessandro Longo

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Pubblicato il 8 lug 2005
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