Gates: servono più programmatori

Gates: servono più programmatori

Il fondatore di Microsoft è stupito dal crollo delle iscrizioni universitarie per corsi informatici ed ingegneristici e lo definisce un incredibile paradosso. Scrivere software - spiega - significa costruire il domani
Il fondatore di Microsoft è stupito dal crollo delle iscrizioni universitarie per corsi informatici ed ingegneristici e lo definisce un incredibile paradosso. Scrivere software - spiega - significa costruire il domani


Redmond (USA) – Le nuove generazioni si avvicinano spesso con entusiasmo alle tecnologie digitali. Bill Gates se ne è sempre detto convinto: esattamente per questo, in occasione di un incontro promosso da Microsoft con centinaia di professori accademici provenienti dalle migliori università statunitensi, ha espresso il proprio disappunto. “È un paradosso, perché i ragazzini di oggi usano quotidianamente tecnologie tanto avanzate che dovrebbero avere l’ambizione di lavorarci sopra, di voler diventare programmatori”.

Telefonini, computer palmari, lettori MP3 – le tecnologie che vanno per la maggiore tra gli adolescenti del ricco Occidente non sembrano innescare abbastanza interesse : “Persino chi vuole lavorare nel campo dell’agricoltura”, continua Gates, “deve fare i conti con il software: il software è alla base di tutti i processi industriali”. Un ragionamento, quello di Gates, che arriva a pochi giorni dallo scalpore suscitato dal fatto che una bambina di 10 anni, la pakistana Arfa Karim Randhawa, abbia superato i test e sia diventata un “Microsoft Certified Developer”. Ma si tratta evidentemente di un caso più unico che raro.

Il problema, identificato dal chief software architect di Microsoft insieme ad alcuni docenti dell’ Università di Princeton , è che il pregiudizio avvolge le scienze informatiche con una patina di “noia ed isolamento” sicuramente poco elettrizzante: molte volte, puntualizza Gates, scrivere codice informatico significa davvero passare molte ore di fronte ad uno schermo – ma questo non equivale ad una carriera poco gratificante. Questo è invece il mattone su cui posano le fondamenta dell’oggi e – sostiene Gates – del futuro. Parteciparvi, questo il ragionamento, dovrebbe fornire una pulsione fortissima per gli universitari.

Le statistiche in mano agli istituti universitari parlano chiaro: solo negli USA il settore scientifico ed informatico ha visto un calo nelle iscrizioni pari al 60% nel periodo che va dal 2000 al 2004 . Nonostante gli investimenti pubblici e privati nel settore informatico, Gates precisa che la causa di tutto questo può essere la scarsa conoscenza delle opportunità d’impiego: “I giovani non sanno che i salari ed i posti liberi nel settore sono in crescita”, conclude il geniale imprenditore responsabile del “fenomeno” Microsoft.

Nel resto del mondo occidentale la tendenza sembra essere la solita: anche in Italia, secondo dati ufficiali, il numero di studenti universitari iscritti a corsi di laurea scientifici rimane sempre una minoranza rispetto a quanti si affidano a curriculum giuridici, umanistici od economici. Un problema con cui fare i conti, visto che le lontanissime università cinesi ed indiane continuano, indomite, a “sfornare” preparatissimi ingegneri e programmatori in grado di cambiare le sorti del mercato mondiale IT .

Tommaso Lombardi

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 21 lug 2005
Link copiato negli appunti