Gli MP3 inguaiano Baidu

Gli MP3 inguaiano Baidu

Il servizio di ricerca MP3 della controparte cinese di Google, che presto sbarcherà al NASDAQ di New York, viene accusato di violare le leggi sulla proprietà intellettuale. Musica.. pericolosa
Il servizio di ricerca MP3 della controparte cinese di Google, che presto sbarcherà al NASDAQ di New York, viene accusato di violare le leggi sulla proprietà intellettuale. Musica.. pericolosa


Pechino – Il colosso cinese Sina Corporation , proprietario del motore di ricerca autoctono Baidu , dovrà eliminare qualsiasi collegamento ipertestuale verso canzoni in formato MP3 prima d’ambire ad un posto nel mercato azionario statunitense per l’industria hightech, il NASDAQ.

R2G , agenzia che tutela i diritti d’autore in Cina per conto di molte major discografiche occidentali, ha infatti inoltrato una richiesta ufficiale ai manager di Sina Corporation per rimuovere oltre 50.000 link proibiti . La controparte cinese di Google , e non è certo l’unica a farlo, rende possibile la ricerca di MP3: R2G ha richiamato più volte le autorità competenti per lamentare le ripetute violazioni di copyright effettuate tramite i servizi di ricerca offerti da Baidu, ma finora il motore cinese di Pechino ha solo bloccato l’accesso a circa 3000 brani – quasi tutti di artisti locali. Inutile dire che sono moltissimi i file MP3 che circolano in rete e che sono del tutto legittimi e distribuiti da autori ed editori.

Il NASDAQ per il momento appare lontano, nonostante le enormi cifre in ballo. Le regole del mercato americano parlano chiaro: i manager di Baidu rimarranno fuori fintanto che si riterrà che abbia fondamento una questione pirateria associata al potente motore di ricerca.

L’attenzione è particolarmente alta su questo fronte, dicono gli osservatori, perché il traffico generato da Baidu, primo competitore di Google, Yahoo e Microsoft nell’esplosivo mercato online cinese, è costituito per un quarto da utenti alla ricerca di MP3 ed altri contenuti audio.

A metterci il carico da novanta anche il fatto che proprio R2G abbia denunciato come 80 milioni di utenti cinesi scaricano musica illegalmente da internet: una massiccia violazione delle norme internazionali in materia di diritto d’autore. “Un problema che affligge tutta la società, non solo gli interessi delle case discografiche”, sostiene il presidente di R2G. Qualcun altro fa notare che per reperire MP3 in rete non è certo necessario ricorrere forzatamente al motore made in China.

T.L.

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Pubblicato il
21 lug 2005
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