La CPU cinese è un falso?

La CPU cinese è un falso?

Un istituto di ricerca americano accusa: Godson-2 è una copia non autorizzata del MIPS R10000. Gli ingegneri di Pechino smentiscono: Non abbiamo violato alcuna proprietà intellettuale
Un istituto di ricerca americano accusa: Godson-2 è una copia non autorizzata del MIPS R10000. Gli ingegneri di Pechino smentiscono: Non abbiamo violato alcuna proprietà intellettuale


Pechino – Spirano venti gelidi tra Cina e Stati Uniti: uno studio condotto da un istituto di ricerca americano, In-Stat , ha messo in luce quelle che vengono definite preoccupanti somiglianze tra le CPU prodotte da MIPS Technologies e quelle made in China : “Il cosiddetto Dragon-chip è una variante non autorizzata di un prodotto statunitense”. Dietro Godson-2 , il processore a 64bit messo a punto dagli ingegneri dell’ Accademia Cinese delle Scienze , si potrebbe nascondere un grave caso di violazione del copyright .

“Godson-2 assomiglia moltissimo ai processori MIPS R10000”, sostiene Tom Halfhill, analista di fama che cura l’autorevole Microprocessor Report : “L’azienda americana non ha rilasciato alcuna licenza ai produttori cinesi, il che potrebbe creare problemi riguardo alla proprietà intellettuale”. Nonostante l’architettura MIPS venga studiata in moltissime università, nella lontana Repubblica Popolare Cinese la tecnologia non è protetta da alcun brevetto – Weiwu Hu, ideatore di Godson-2, si difende dicendo di aver semplicemente “creato una CPU compatibile al 95% con le istruzioni proprietarie MIPS”.

In un articolo pubblicato da China Daily , noto organo stampa del governo centrale di Pechino, Hu difende strenuamente i progressi raggiunti dall’ industria hardware cinese : “Abbiamo costruito Godson-2 in maniera completamente autonoma, è solo il frutto del nostro sforzo”. Nonostante il Dragon chip sia indietro di almeno due generazioni rispetto agli attuali processori americani, l’obiettivo degli ingegneri cinesi è quello di creare CPU ad alte prestazioni: “Presto inizieremo a venderlo all’estero”, conclude Hu.

Una prospettiva che fa tremare i giganti occidentali, come Intel ed AMD : “Un’invasione di chip cinesi ad alte prestazioni potrebbe sovvertire il mercato” ed inoltre, come sottolinea Tom Halfhill, “ora come ora la Cina dispone delle carte in regola per diventare un competitore su scala mondiale”.

Finora i processori Godson-2 e Godson-1 sono stati destinati al mercato interno della grande Repubblica Popolare, ma una crescita esponenziale delle esportazioni , in perfetto stile cinese, potrebbe causare attriti economici tra il colosso asiatico e gli USA – nonché gravi problemi a livello di copyright. Guojie Li, direttore dell’Accademia Cinese delle Scienze, affila le armi e non intende “cadere in alcun tranello delle aziende occidentali: per conto nostro abbiamo già depositato 20 brevetti nazionali per proteggere i nostri microprocessori”.

La situazione ricorda molto da vicino i terribili anni della guerra fredda , quando l’URSS creava versioni “proprie” di software ed hardware occidentali – copiandoli e ribattezzandoli con nomi affini all’ideologia comunista.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 3 ago 2005
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