Indymedia, sequestro di computer e archivi

Indymedia, sequestro di computer e archivi

Ieri la polizia ha posto sotto sequestro una quantità di materiali informativi, compresi computer, archivi ed altro, del network informativo indipendente. Secondo Indymedia tutti i propri materiali erano già disponibili sul sito internet
Ieri la polizia ha posto sotto sequestro una quantità di materiali informativi, compresi computer, archivi ed altro, del network informativo indipendente. Secondo Indymedia tutti i propri materiali erano già disponibili sul sito internet


Roma – Dalle sette di ieri mattina e ancora per molte ore nel corso della giornata mailing list e newsgroup hanno ripreso le notizie che via via venivano diramate su internet da Indymedia, il network dell’informazione indipendente, relative ad una serie di blitz della polizia coordinata dalla Procura di Genova.

A quanto pare, le forze dell’ordine hanno agito in diverse città italiane come Torino, Firenze, Bologna e Taranto sequestrando materiali audio e video relativi all’irruzione che nel corso dell’ultimo G8 ebbe luogo nella scuola Diaz-Pertini di Genova e nell’Independent Media Center Indymedia allestito in loco.

Il comunicato stampa diffuso ieri da Indymedia parla di sequestri di “computer, archivi, materiali di ogni genere, che servono al lavoro quotidiano, culturale e politico, di centinaia di attivisti italiani”.

Relativamente ai blitz presso centri sociali e altri luoghi nelle diverse città, il comunicato specifica: “Il mandato di perquisizione individua questi luoghi come ‘sedi di indymedià. Indymedia Italia precisa che Indymedia non ha sedi, ma agisce attraverso le migliaia di persone che pubblicano i loro materiali sul sito e che operano per produrre un informazione libera e indipendente. Indymedia Italia elabora progetti e prende decisioni attraverso Internet: mailing list e chat di discussione, aperte e di pubblico dominio. Un lavoro quotidiano e collettivo cui partecipano centinaia di persone, che non si faranno intimidire.”

Indymedia ha anche tenuto a precisare che dal proprio sito è possibile accedere con pochi clic a tutti i materiali a disposizione. “Il materiale sequestrato a Bologna, Firenze, Torino, Taranto – si legge nella nota diffusa ieri – come tutti i materiali di Indymedia è liberamente consultabile al nostro indirizzo Internet. Così come gli archivi delle nostre mailing list, delle chat, di tutta la nostra attività. Indymedia lavora alla luce del sole”.

Secondo Indymedia è proprio questo che fa riflettere, perché tutto il materiale oggetto del sequestro, secondo il network dell’informazione indipendente, era già liberamente disponibile online. Anche per questo Indymedia parla di “gravissimo attacco all’informazione libera”. E per questo invita i propri utenti-contributori-lettori e simpatizzanti a partecipare al corteo che a Roma il 16 marzo è stato organizzato da Radio Onda Rossa.

Mentre scriviamo, altre informazioni e altri dettagli vengono pubblicati sul sito di Indymedia .

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Pubblicato il
21 feb 2002
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