Contro i pirati, il Grande Laboratorio

Contro i pirati, il Grande Laboratorio

Questa l'ideona di Hollywood: un centro di ricerca da 30 milioni di dollari per trasformare i contenuti diffusi dalle major in materiali blindati a prova di pirata. Un momento topico per l'industria che dice: ragioniamo come il Pentagono
Questa l'ideona di Hollywood: un centro di ricerca da 30 milioni di dollari per trasformare i contenuti diffusi dalle major in materiali blindati a prova di pirata. Un momento topico per l'industria che dice: ragioniamo come il Pentagono


Los Angeles (USA) – La “fabbrica dei sogni” americana si lancia alla ricerca di tecnologie anticopia per contrastare l’incalzante fenomeno della pirateria online. Sei grandi case cinematografiche di Hollywood, secondo quanto riportato dal New York Times , hanno unito le forze in un consorzio tecnologico per complicare la vita ai pirati di tutto il mondo. Il progetto, battezzato Motion Picture Laboratories , intende gettare nuove fondamenta tecnologiche per ridisegnare la fruizione dei contenuti digitali.

I tecnici al soldo di Hollywood dovranno occuparsi dello sviluppo di un vero arsenale antipirateria , che spazia da sistemi avanzati e multipiattaforma per il Digital Rights Management fino a tecnologie telematiche per bloccare scambi illegali sulle reti P2P. L’obiettivo principale del neonato consorzio, un’organizzazione formalmente non profit che dispone di un budget iniziale di oltre 30 milioni di dollari , è semplice: garantire, a qualsiasi latitudine, l’integrità e la protezione dei prodotti cinematografici made in USA . Tra le varie proposte, ad esempio, un nuovo e più efficiente dispositivo destinato alle sale cinematografiche per bloccare l’uso di telecamere , lo strumento preferito dei cosiddetti bootlegger .

La strategia dei pesi massimi dell’ industria multimediale per sconfiggere la pirateria internazionale è ormai stabilita: i leader dell’intrattenimento digitale, rappresentati da RIAA ed MPAA anche nel consorzio Internet2 , stanno tentando di assicurarsi un ruolo di primo piano nel destino tecnologico dei cosiddetti “new media”.

James Gianopulos, vice CEO di 20th Century Fox conferma questa strategia ammettendo che nuovi standard permetteranno “nuovi metodi per la distribuzione dei prodotto” su una molteplicità di “piattaforme digitali”. Con un occhio al mercato ed uno all’imminente convergenza totale , Gianopulos conclude che “maggiore sicurezza ed integrità del contenuto significano maggiori opportunità per i consumatori”.

L’avanguardia tecnologica di Hollywood viene annunciata come del tutto indipendente ed autonoma ma lavorerà in stretta collaborazione con MPAA , l’associazione che riunisce i maggiori produttori cinematografici degli USA. Al vertice dell’organizzazione ci saranno i CEO delle sei aziende promotrici, che coordineranno in maniera congiunta lo svolgimento dei lavori.

Secondo Dan Glickman, CEO di questa potentissima associazione, lo sviluppo di nuovi sistemi anticopia non sembra interessare le aziende informatiche ma rimane un investimento necessario per conquistare i mercati del futuro. Glickmann azzarda poi un paragone tra il Dipartimento di Difesa USA e le major di Hollywood: “Abbiamo obiettivi differenti, ma anche il Pentagono creò il laboratorio DARPA”, sostiene Glickmann, “proprio per ricercare quelle tecnologie che i privati non potrebbero mai pensare”.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 20 set 2005
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