Morpheus resuscita su Gnutella

Morpheus resuscita su Gnutella

Dopo i problemi delle scorse settimane il popolare client di file-sharing torna on-line con una nuova versione che offre supporto a Gnutella. Abbandonata la precedente tecnologia P2P proprietaria
Dopo i problemi delle scorse settimane il popolare client di file-sharing torna on-line con una nuova versione che offre supporto a Gnutella. Abbandonata la precedente tecnologia P2P proprietaria


Roma – Morpheus sembra aver ufficialmente divorziato da quel network di file-sharing, poggiato sulla tecnologia FastTrack di Kazaa BV, che fino a pochi giorni fa lo accomunava ad altri due popolari client P2P come Kazaa e Grokster . La nuova sposa è la rete Gnutella, quel popolarissimo sistema di scambio file basato su specifiche aperte e su di una tecnologia P2P del tutto decentralizzata.

Il motivo del divorzio fra StreamCast Networks , il distributore di Morpheus, e la rete Fast Track, è da ricercarsi nell’improvviso black-out che la scorsa settimana “ha lasciato al buio” milioni di utenti di Morpheus in seguito all’aggiornamento, da parte di Kazaa BV, della propria tecnologia.

Negli scorsi giorni StreamCast ha descritto la temporanea inattività a cui è stata obbligata come “un attacco a Morpheus”, un attacco che, sebbene non lo abbia ufficialmente dichiarato, l’azienda imputa implicitamente a Kazaa BV, una società con cui nel recente passato ha avuto disaccordi sui termini del contratto per la licenza della tecnologia FastTrack.

Con la nuova versione Preview Edition di Morpheus (1.3.3.1), il popolare client di file-sharing cambia sponda e approda in quel mare magnum già popolato da una miriade di programmi come i noti LimeWire e BearShare.

“Siamo contenti di migrare verso un prodotto dal protocollo aperto”, ha commentato Steve Griffin, CEO di StreamCast, specificando poi che Morpheus Preview Edition “è basato sul grandissimo network di utenti Gnutella”.

Per includere in Morpheus il supporto a Gnutella, StreamCast si è avvalsa del codice open source di Gnucleus , un client Gnutella rilasciato sotto licenza GPL.

Proprio in questi giorni è scoppiata la polemica sul fatto che StreamCast avesse inizialmente distribuito la nuova versione di Morpheus senza i codici sorgenti di Gnucleus, una pratica che gli avvocati del free software hanno considerato una chiara violazione alla licenza GPL. A partire da ieri, sul sito di Morpheus, è però apparso un link da cui è possibile scaricare i sorgenti del client open source.


L’idea di integrare in Morpheus il supporto a Gnutella non è una totale novità: StreamCast aveva infatti già inviato ai suoi utenti, verso la fine dello scorso anno, una lettera in cui annunciava una “imminente” (e mai uscita) versione 2.0 del proprio client in grado di eseguire ricerche anche sulla rete Gnutella.

All’epoca StreamCast non intendeva però fornire a Gnutella un supporto esclusivo: la sua idea era semmai quella di fornire ai propri utenti un ponte verso un altro grosso bacino di risorse condivise, una funzionalità che, secondo le speranze di StreamCast, avrebbe dovuto riconfermare Morpheus come il client di file-sharing più popolare del Net.

Le cose non sono però andate esattamente secondo i piani e Morpheus si ritrova oggi a lottare per la propria sopravvivenza in mezzo ad una larga cerchia di rivali tutti in lotta fra loro e che, per finanziare il proprio sviluppo, ricorrono sempre più spesso a forme più o meno intrusive di ad-ware.

Alla luce di questi fatti, sono in molti oggi a domandarsi come Morpheus riuscirà a distinguersi da tutti gli altri client Gnutella e, soprattutto, come potrà impedire che buona parte dei propri utenti non migri verso i suoi ex concorrenti: Kazaa e Grokster.

Proprio Kazaa, in questi giorni, sulla propria home page dà un caloroso benvenuto agli (ex?) utenti di Morpheus garantendo loro che con Kazaa “si sentiranno come a casa”. Con la nuova versione del Kazaa Media Desktop l’azienda australiana ha infatti introdotto la possibilità, per gli utenti, di importare da Morpheus tutte le impostazioni, inclusi i download in corso.

I dubbi riguardano anche il futuro della rete Gnutella. Per quanto questa rete venga costantemente migliorata da molti sviluppatori volontari, l’opinione di molti esperti è che quelle stesse caratteristiche che ne rappresentano i maggiori pregi – prima fra tutte la sua indipendenza da server centralizzati – potrebbero alla lunga trasformarsi nei suoi maggiori limiti e minarne la scalabilità.

Qualcuno fa però osservare che StreamCast potrebbe rappresentare un “buon acquisto” per la rete Gnutella visto che, più d’ogni altra azienda che si cela dietro allo sviluppo di client per il file-sharing, possiede risorse con cui potrebbe contribuire in modo cospicuo al rafforzamento e allo sviluppo della rete Gnutella.

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Pubblicato il 4 mar 2002
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