Sicurezza e anonimato, coesistenza possibile?

Sicurezza e anonimato, coesistenza possibile?

Quella che è sempre apparsa come una contrapposizione insanabile potrebbe invece trovare una composizione, con conseguenze dirette sulle libertà dell'individuo. PI intervista gli autori di un volume sull'argomento
Quella che è sempre apparsa come una contrapposizione insanabile potrebbe invece trovare una composizione, con conseguenze dirette sulle libertà dell'individuo. PI intervista gli autori di un volume sull'argomento


Roma – Gli assertori del principio supremo della libertà individuale e i sostenitori dello slogan: “La sicurezza prima di tutto”. Due visioni del mondo Internet che da anni si scontrano come tifosorie calcistiche: l’una e l’altra portando a proprio supporto ideologie, normative e precedenti nella storia delle telecomunicazioni. Due fazioni che animano le discussioni sul Web e nelle assisi legislative, senza che sia possibile trovare un punto di incontro.

Parte da questo duello Sicurezza e anonimato in Rete , il nuovo volume che Nyber edizioni ha mandato in edicola da poche settimane. Un testo aggiornato alla recente normativa anti-terrorismo (d.l. 144/2005, convertito con Legge 31 luglio 2005 n. 155) e affidato a da due noti esperti della materia giuridica legata al mondo delle nuove tecnologie: Andrea Maggipinto e Michele Iaselli, che si avvolgono anche dei contributi di Stefano Aterno, Giovanni Nacci e Massimiliano Redolfi. Il libro ricostruisce tutte le implicazioni giuridiche della navigazione in Internet, le possibilità a disposizione di che vuole navigare sotto anonimato e i limiti. Ma cerca di andare anche oltre, proponendo una possibile sintesi tra opposti schieramenti.

Punto Informatico ha intervistato uno degli autori, Michele Iasselli, giurista specializzato in diritto delle nuove tecnologie.

Punto Informatico: Sui temi della libertà e della sicurezza legati a Internet si è scritto molto negli ultimi anni. Che bisogni specifici puntate a soddisfare con questo libro?
Michele Iasselli: In Italia il dibattito sulle libertà individuali in Internet vede coinvolti ancora pochi e limitati gruppi di soggetti, soprattutto professionisti e appassionati appartenenti a settori specialistici. Spero che il volume possa contribuire alla crescita del dibattito, sollecitando la coscienza collettiva del nostro Paese, ancora troppo chiusa rispetto al respiro globale dei quesiti e delle problematiche sollevate dalle nuove tecnologie informatiche e telematiche.

PI: Lei parla di problemi di respiro globale, ma è pur vero che i limiti imposti dalle leggi variano da Paese a Paese
MI: Preferirei parlare di regolamentazione e non di limitazione. La legge regola un certo fenomeno, non lo limita. Vero è, purtroppo, che la “legislazione dell’emergenza”, mossa da eventi contingenti e passionali, può di fatto portare a limitazioni dei comportamenti degli individui.

PI: Le limitazioni possono arrivare anche a proibire la libertà di navigare in anonimato?
MI: Il legislatore non pone alcun generale divieto di anonimato: al contrario, se si legge il Codice per la protezione dei dati personali si vede come il principio di necessità nel trattamento si manifesti sovente in un diritto all’anonimizzazione dei propri dati.

PI: Questo è il principio generale, che tuttavia poi apre la strada a una serie di eccezioni…
MI: Sì, il vero problema è come trovare un equilibrio tra esigenze che sembrano spingere verso posizioni contrapposte. Il titolo del libro non è casuale: con Maggipinto, il cui apporto è stato fondamentale, condividiamo l’idea che sicurezza e anonimato possano convivere sul Web.

PI: A questo fate riferimento quando nel libro coniate il neologismo “Securacy”?
MI: La securacy esprime proprio questa ricerca di equilibrio. La storia delle società è connotata di periodi altalenanti e mutevoli, nei quali idee e vessilli hanno perseguito finalità e priorità differenti.
Sicurezza e privacy rappresentano oggi il terreno sul quale la società contemporanea è chiamata a confrontarsi, con tutte le sue contraddizioni. Questi punti nodali sembrano spingere verso direzioni opposte e inconciliabili, ma questo solo ad una prima e superficiale lettura. In realtà non si tratta di un’antitesi, di uno scontro, ma di un contemperamento di interessi, certamente difficile, ma necessario. sicurezza e anonimato possono trovare un punto di incontro nella “gestione delle informazioni”, la vera sfida per una società tecnologica.

a cura di Luigi dell’Olio

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Pubblicato il
12 ott 2005
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