Microsoft verso l'open source

Microsoft verso l'open source

Solleva molta polvere l'annuncio dell'azienda che spinge in una direzione un tempo ritenuta impensabile: ritocca le sue licenze Shared Source e le trasforma in qualcosa che assomiglia da vicino alle licenze base dell'open source
Solleva molta polvere l'annuncio dell'azienda che spinge in una direzione un tempo ritenuta impensabile: ritocca le sue licenze Shared Source e le trasforma in qualcosa che assomiglia da vicino alle licenze base dell'open source


Amsterdam – Microsoft è sull’orlo di una grossa rivoluzione industriale. Questo è il senso profondo di una revisione complessiva delle proprie licenze sul software, una revisione che viene annunciata in queste ore e che sta attirando l’attenzione dell’intero settore del computing, a cominciare da coloro che si occupano di codice aperto.

Approfittando della ribalta dell’importante O ‘Reilly European Open Source Convention (OSCON) Microsoft presenta un cambiamento radicale della propria Shared Source Initiative con cui da tempo ha varato forme limitate di “apertura” del codice dei propri software.

In particolare, le licenze da dieci diventano tre , tutte formulate in modo assai più semplice e accessibile, orientate all’apertura del codice e alla sua condivisione e destinate perlopiù a coprire i progetti di sviluppo futuri dell’azienda: non riguarderanno dunque l’esistente. Per il solo Windows, Microsoft dà vita a due licenze speciali, dotate di paletti piuttosto consistenti all’utilizzo del codice.

La prima delle nuove licenze è Microsoft Permissive License (Ms-PL) : consente agli sviluppatori di vedere, modificare e ridistribuire il codice sorgente sia a scopi commerciali che non. Permette la realizzazione di prodotti che chi sviluppa può decidere di vendere, il tutto senza pagare una lira di royalty a Microsoft, senza obblighi di pubblicazione dei cambiamenti effettuati né bisogno di inserire alcuna forma di “copyright, brevetto, trademark o di qualsiasi altro genere di attribuzione” all’interno del codice. Si tratta, in buona sostanza, di un approccio che ricorda da vicino la licenza BSD .

Sotto questa licenza Microsoft ha già annunciato che rilascerà otto nuovi starter kit di Visual Studio 2005 e nelle prossime settimane finirà in questa orbita anche il Windows CE Bluetooth Wrapper. In linea generale l’azienda sfrutterà questa licenza per strumenti di sviluppo, applicazioni e componenti software.

Una versione “Limited” della Ms-PL è dedicata a Windows e consentirà a Microsoft di selezionare modalità e specifiche del rilascio di porzioni di codice della propria piattaforma principale.

La Microsoft Community License (Ms-CL) , invece, è pensata per consentire di combinare il codice sorgente rilasciato dall’azienda “con il tuo codice”. Uno strumento di sviluppo collaborativo, come lo definisce l’azienda, che ricorda esplicitamente la Mozilla Public License . “La Ms-CL – spiega BigM – cerca di applicare termini di reciprocità in un modo commercialmente utile e di dare agli sviluppatori una guida efficiente su quando questi termini devono essere presi in considerazione”. Anche in questo caso copyright e brevetti sono privi di royalty né viene richiesta alcuna attribuzione formale all’interno del codice.
E anche in questo caso esiste la versione “Limited” per Windows che dà ampi poteri discrezionali a Microsoft sull’uso del codice sorgente del proprio sistema operativo.

Tra le nuove licenze, la Microsoft Reference License (Ms-RL) è quella più restrittiva: in pratica proibisce che il codice sorgente venga utilizzato, consentendone esclusivamente la visualizzazione per scopi informativi. “Lo scopo di questa licenza – sostiene l’azienda – è consentire a Microsoft di rilasciare, al solo scopo informativo, le sue proprietà intellettuali più rilevanti”. L’idea di fondo è di dare in questo modo trasparenza al codice delle librerie del software cosicché gli altri sviluppatori possano comprenderne a fondo il funzionamento e permettere alle proprie tecnologie di lavorare al meglio con quelle sviluppate a Redmond.

Gli esperti Microsoft hanno già sottolineato che nessuna delle nuove licenze è concepita formalmente per essere approvata come licenza open source da parte della Open Source Initiative (OSI) , una specificazione comprensibile almeno in questa fase, nella quale Microsoft non parla di open source ma si limita a descrivere questa iniziativa come una estensione delle Shared Source. Né sorprende che l’azienda dichiari come la licenze di reciprocità non sia compatibile con licenze simili come la GPL. Lo sarà invece con altre licenze approvate da OSI ma ci vorrà tempo per capire quali nei dettagli.

Pur sottolineando che i termini esatti delle nuove licenze vanno ancora studiati, Free Software Foundation Europe ha fatto sapere di apprezzare l’apertura di Microsoft considerata “un passo avanti nella lunga marcia verso la concessione di libertà ai loro utenti: delle cinque licenze pubblicate, due sembrano rispondere alla definizione di software libero”, in particolare la Ms-PL e Ms-CL. Quest’ultima, secondo FSFE, “sembra addirittura un’implementazione dell’idea del Copyleft , che è stato realizzato inizialmente dalla GNU General Public License”. FSFE ha comunque sottolineato che “le altre tre licenze sono evidentemente proprietarie e non sono affatto utili a realizzare una libera società digitale”.

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Pubblicato il 20 ott 2005
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