EFF scopre i codici segreti delle stampanti

EFF scopre i codici segreti delle stampanti

L'associazione che si batte per le libertà digitali conclude l'inchiesta sui marchi nascosti lasciati dalle laser sui fogli stampati e ne decifra i segreti. Privacy a rischio? Quali altri accordi tra produttori e governi?
L'associazione che si batte per le libertà digitali conclude l'inchiesta sui marchi nascosti lasciati dalle laser sui fogli stampati e ne decifra i segreti. Privacy a rischio? Quali altri accordi tra produttori e governi?


San Francisco (USA) – Il “mistero” delle stampanti che marchiano invisibilmente qualsiasi documento prodotto è stato finalmente svelato da EFF , la celebre organizzazione non profit che si batte per le libertà digitali.

L’ indagine si è conclusa con la decodifica dei codici Xerox DocuColor , seguita poi dalle dichiarazioni dei servizi segreti USA: “Abbiamo accordi coi produttori di stampanti per scoprire i contraffattori”, presumibilmente di banconote .

“Abbiamo scoperto che alcune laser marchiano ogni documento con la data e l’ora della stampa”, comunica in una nota ufficiale Seth David Schoen, tecnico EFF: “Viene stampigliato anche il codice seriale della stampante”. I tecnici sono già al lavoro su un software per la decodifica di queste informazioni.

Il numero delle aziende produttrici che hanno stipulato questo accordo segreto , ipotizzato a lungo da molti addetti ai lavori, non si ferma a Xerox: produttori come Canon ed HP , attivi sia nel segmento aziendale che domestico, fanno parte di una lunga lista compilata dai volontari di EFF.

Per scoprire i marchi basta consultare una apposita guida pubblicata dall’associazione, nonostante Schoen ribadisca che “l’unico codice decifrabile”, almeno per il momento, “è quello impiegato dalle stampanti Xerox DocuColor”. Questi segni cifrati, stando alle dichiarazioni dei portavoce di Xerox , erano stati creati per essere letti solo da addetti dei servizi segreti impegnati in indagini d’alto profilo.

EFF rende noto che attualmente non esistono tutele dai possibili abusi di una simile tecnologia di tracking , sottile e solo parzialmente visibile. “Questo sistema dà modo al governo di rintracciare, per esempio, i gruppi politici che producono volantini e propaganda rimanendo anonimi”, sostiene Lee Tien, legale dell’associazione.

Tien lancia un allarme: “Cosa altro ci nascondono i governi ed i produttori di hardware? In quale maniera minano la nostra privacy?”. L’associazione, con sede a San Francisco, chiede adesso chiarimenti al governo degli Stati Uniti appellandosi al celebre Freedom Of Information Act , una apposita norma che obbliga l’amministrazione alla totale trasparenza.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
20 ott 2005
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