L'ONU è una minaccia per la rete?

L'ONU è una minaccia per la rete?

Questa la tesi di un influente senatore americano la cui risoluzione dovrebbe presto essere approvata in Congresso: in questo modo a Tunisi gli USA faranno quadrato e manterranno il controllo di ICANN
Questa la tesi di un influente senatore americano la cui risoluzione dovrebbe presto essere approvata in Congresso: in questo modo a Tunisi gli USA faranno quadrato e manterranno il controllo di ICANN


Roma – Si profila uno scontro infuocato il mese prossimo a Tunisi in occasione del WSIS , il Summit internazionale sulla Società dell’Informazione: da un lato l’ONU e molti paesi europei e dall’altra gli americani. Oggetto del contendere: il controllo di ICANN , l’organismo di supervisione sul sistema dei domini. Un influente senatore americano ha infatti risposto agli appelli del presidente George W. Bush e alle prese di posizione del Dipartimento di Stato producendo una bozza di risoluzione che, se approvata, darà ai rappresentanti americani la possibilità di impedire il passaggio delle consegne dal Governo USA all’ONU.

L’iniziativa del senatore Norm Coleman è diretta a respingere la richiesta dell’ONU di avocare a sé il controllo di ICANN per dare un afflato davvero internazionale ad un organismo decisivo nello sviluppo del web e nel mantenimento della grande rete. L’idea dell’ONU è quella di delegare il controllo di ICANN ad una delle proprie agenzie, l’ ITU , la International Telecommunications Union e porre fine alla singolarissima posizione in cui si trovano gli Stati Uniti. In buona parte questa spinta è dovuta al ruolo sempre crescente di internet nelle economie e nelle società di tutto il Mondo e al fatto che eventuali veti americani (come accadde con quello che ha bloccato la realizzazione di domini.xxx per i siti a luci rosse) possano impattare sugli altri paesi.

Coleman ci va giù pesante e considera internet “a rischio”, vista l’iniziativa dell’ONU. “Se non rispondiamo in modo adeguato – ha dichiarato – metteremo a rischio la libertà e il mercato creati da questa meraviglia dell’informazione e finiremmo per sacrificare l’accesso alle informazioni, alla privacy, alla protezione della proprietà intellettuale dalle quali tutti dipendiamo”. Una dichiarazione che per qualcuno stride con la realtà dei fatti: in molti ritengono internet sì un “meraviglioso” strumento di informazione ma anche, per le caratteristiche del mondo digitale, una delle forze erosive proprio di quella privacy e soprattutto di quella proprietà intellettuale di cui Coleman parla.

La proposta che Coleman ha portato al Senato non è certo isolata: alla Camera dei Rappresentanti è già stata votata una risoluzione del tutto simile che, sebbene non vincolante per l’amministrazione Bush, in realtà sposa totalmente la dottrina del Presidente in materia.

Va detto che già nella prima sessione del WSIS che si era tenuta a Ginevra due anni fa , i paesi partecipanti avevano fatto propria la richiesta di una “internazionalizzazione” dell’ICANN.

Occorre anche sottolineare come la posizione statunitense sia condivisa non soltanto su suolo americano. Anche altri paesi temono infatti l’influenza che sull’ONU e sugli organismi internazionali possono esercitare quei paesi dove la rete viene gestita con strumenti di censura e filtraggio. Tra questi sono particolarmente attivi all’interno del WSIS Iran e Cina , quest’ultima considerata il campione delle tecnologie di controllo e delle norme restrittive.

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Pubblicato il
20 ott 2005
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