Gli USA attaccano l'Iran

Gli USA attaccano l'Iran

Niente paura: succede solo in un videogioco. Uno scandalo: gli organi stampa della Repubblica Islamica esprimono il loro sdegno, migliaia di cittadini iraniani reagiscono e chiedono il ritiro del gioco dalla circolazione
Niente paura: succede solo in un videogioco. Uno scandalo: gli organi stampa della Repubblica Islamica esprimono il loro sdegno, migliaia di cittadini iraniani reagiscono e chiedono il ritiro del gioco dalla circolazione


Teheran (Iran) – Non c’è da scherzare con i reattori nucleari di Natanz, ben difesi nel mezzo dei deserti vicini alla capitale iraniana. Neanche nella finzione di un videogioco : la condanna dei leader supremi della Repubblica Islamica si è così abbattuta su Assault on Iran , videogioco prodotto da Kuma Reality Games , giovane azienda statunitense che produce simulazioni digitali degli scenari bellici mediorientali.

Il gioco, una virtualità bellica da giocare in prima persona, ricostruisce una ipotetica incursione armata di un agente speciale statunitense all’interno di una centrale nucleare iraniana. L’obiettivo è terribilmente attuale e ricalca le preoccupazioni espresse dall’ AIEA : distruggere i laboratori per l’arricchimento dell’uranio, passaggio decisivo nella costruzione di armi atomiche .

L’attacco, sebbene solo digitale, ha causato uno scandalo di grandi proporzioni. A prima vista è servito ad alimentare le tensioni tra il ricco paese mediorientale, tra i maggiori produttori di petrolio, e gli Stati Uniti. “Gli americani muoiono dalla voglia di assaltare l’Iran, ma dovranno ricredersi”, ha replicato immediatamente il Kayhan Daily , organo stampa ufficiale dell’oligarchia fondamentalista.

Un colpo mediatico ben architettato? Keith Halper, direttore della software house nel mirino, ha rilasciato un’intervista all’agenzia Reuters dove spiega di “non essere affatto meravigliato di queste polemiche”. A corredo delle produzioni Kuma, che affrontano scenari reali ed ipotetici ambientati nel fronte mediorientale, si trova un’ampia selezione di propaganda interventista : rassegna stampa, foto satellitari, analisi geopolitiche.

Uno dei siti più frequentati dagli utenti iraniani, il forum Persian Petition , ha avviato una raccolta firme per chiedere la messa al bando del gioco. L’Iran è uno dei paesi più esposti alla censura governativa della Rete, che agisce in maniera precisissima grazie a strumenti messi a disposizione dagli Stati Uniti e dall’Europa. In questo caso c’è da scommettere che la censura non ci sarà.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
26 ott 2005
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