Playstation3 sì, col filtro però

Playstation3 sì, col filtro però

Funzioni di controllo sulla nuova console di casa Sony, così come è successo per Xbox 360: i genitori avranno il potere di limitare l'accesso a giochi e film violenti
Funzioni di controllo sulla nuova console di casa Sony, così come è successo per Xbox 360: i genitori avranno il potere di limitare l'accesso a giochi e film violenti


San Jose (USA) – L’ Entertainment Software Association ha dichiarato con grande soddisfazione che anche la nuova console Sony PS3, attesa per la prossima primavera, integrerà il parental control . Si tratta di una soluzione hardware/software che permetterà ai genitori di limitare l’accesso ai contenuti videoludici e video.

La funzione è già presente sulla nuova Microsoft Xbox 360, e permette anche di imporre restrizioni al servizio online di multiplayer gaming e chat “Live”. Sulla stessa linea Nintendo, che ha già promesso per la console “Revolution” una soluzione analoga.

I titoli contrassegnati dalle codifiche “T” (teenager) e “M” (Mature), quindi potranno essere gestiti con qualche configurazione direttamente dalle famiglie. Attualmente solo l’industria dell’intrattenimento ha deciso di integrare il “parental control”: la maggior parte dei lettori DVD, ad esempio, sono privi di questa funzione perché i supporti ottici non integrano elementi di rating, se non nelle confezioni.

La PS3 e la PSP, per ora, sono gli unici due modelli di casa Sony ad essere così avanzati sotto il profilo del “controllo”. Le vecchie serie limitavano l’accesso solo ed esclusivamente ai videogiochi, e non ai DVD video. Sebbene la legislazione non prescriva l’obbligo del “parental control”, le aziende hanno preferito aggiornare le proprie console per evitare duri confronti futuri. Da tempo infatti alcuni comitati di genitori e forze politiche si battono per ottenere nuove ulteriori restrizioni alla vendita dei videogiochi con contenuti violenti. Entertainment Software Association, fino ad ora, è riuscita a tenere duro appellandosi al Primo Emendamento, che “protegge” le libertà personali.

“L’età dei giocatore medio è sui 30 anni, la nostra industria comunque offre contenuti appropriati per ogni tipo di audience. Vi sono TV show, film, musica e libri che fanno fronte ai gusti, le sensibilità e i valori di vari tipi di persone. Così avviene nel settore videoludico”, ha dichiarato Doug Lowenstein, presidente della Entertainment Software Association.

La sensazione, però, è che l’intero settore dell’intrattenimento – e non solo quello legato ai videogiochi – si stia muovendo verso l’utilizzo di tecnologie di “parental control”. Nel 2004 RCA, sussidiaria di Thomson, aveva lanciato i primi player DVD con censura . Anche le soluzioni DRM, in un certo senso, potrebbero abilitare funzioni di questo genere. Forse le major cinematografiche non ci hanno ancora pensato. Oppure il ritorno economico sulla vendita di blockbuster ad alto contenuto adrenalinico potrebbe risentirne troppo.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
29 nov 2005
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