TiVo, parte la pubblicità on-demand

TiVo, parte la pubblicità on-demand

Dall'inizio del 2006 i celebri aggeggi americani saranno bombardati da una nuova forma di pubblicità mirata sull'utente e sui suoi interessi. Oltre il banner televisivo
Dall'inizio del 2006 i celebri aggeggi americani saranno bombardati da una nuova forma di pubblicità mirata sull'utente e sui suoi interessi. Oltre il banner televisivo


New York (USA) – La pubblicità televisiva sembra essere vicina ad una svolta. Dal 2006 gli utenti TiVo sperimenteranno un nuovo modello pubblicitario che permetterà di scegliere fra diverse aree di interesse. Una sorta di “Lista dei desideri” pubblicitari che limiterà le campagne – mostrate all’interno dell’interfaccia video di controllo – alle sole categorie di prodotto selezionate.

Per comprendere la portata di questa rivoluzione non si può prescindere dalle funzionalità di TiVo. Una sorta di video-recorder con HD, prodotto in licenza da aziende come Philips, Toshiba, Humax etc., e distribuito anche in noleggio dai provider via cavo o satellitari, che permette la registrazione dei canali televisivi, nonché la pausa in tempo reale di contenuti in broadcasting. L’interfaccia di gestione dei programmi ricorda i servizi di video on demand, dato che programmando più registrazioni durante la giornata permette – ad esempio la sera – di selezionare il contenuto video preferito a prescindere dal palinsesto giornaliero.

Fino a poco tempo fa TiVo aveva fatto storcere il naso agli inserzionisti degli operatori televisivi, perché i telespettatori con grande comodità potevano evitare i blocchi pubblicitari con l’avanzamento rapido. Nello scorso marzo, però, è stato implementato un sistema pubblicitario a pop-up che durante l’avanzamento fa comparire mini-reclame. Adesso, oltre a questo “fastidio” i telespettatori dovranno avere a che fare con campagne pubblicitarie a tema che si “materializzeranno” direttamente sull’interfaccia operativa di gestione della programmazione e riproduzione.

Gli utenti saranno chiamati alla compilazione di un form che realizzerà il loro profilo commerciale. Gli inserzionisti, in pratica, disporranno di uno strumento avanzatissimo per colpire direttamente i consumatori potenziali. Un utente interessato ad acquistare un’auto, ad esempio, sarà bombardato di spot di varia lunghezza riguardanti il settore automotive.

“Abbiamo compreso che i clienti TiVo vogliono essere aggiornati su nuovi prodotti e servizi specifici solo ed esclusivamente in alcuni momenti”, ha dichiarato Davina Kent, vice presidente vendite pubblicitarie di TiVo. In collaborazione con alcune fra le più quotate concessionarie pubblicitarie, come Interpublic Media , Starcom MediaVest Group , OMD Digital e Richards Group, il progetto sembra aver riscosso consensi anche nel settore degli inserzionisti. “Stiamo instaurando partnership con agenzie che hanno compreso il valore di TiVo. Vogliamo creare una sinergia fra le varie competenze”, ha aggiunto Kent.

“Uno dei reali vantaggi di TiVo, riconosciuto dagli utenti, è la facilità di utilizzo e di navigazione fra le funzioni. Il nostro obiettivo è di rendere tale anche l’esperienza pubblicitaria”, ha spiegato Mark Rosenthal, CEO di Interpublic Media.

Attualmente nei soli Stati Uniti vi sono 1,3 milioni di utenti TiVo, con abbonamento mensile da circa 13 dollari. Ma il successo di questa soluzione è in crescita, grazie soprattutto alle partnership con gli operatori via cavo e via satellite. Le nuvole all’orizzonte, però, si sono già formate, perché l’operatore satellitare DirecTV , con i suoi 2,3 milioni di telespettatori, ha promesso la prossima commercializzazione di video-recorder proprietari in sostituzione dei modelli TiVo – attualmente forniti in noleggio.

L’unica arma di TiVo, per contenere la fuga dei provider, è rappresentata non solo dal nuovo sistema pubblicitario ma anche dalla nuova funzione – ancora in sviluppo – della consociata Alviso . Pare, infatti, che stia implementando un’applicazione che permetterà di trasferire i contenuti video da TiVo a PC Apple, Apple iPod e Sony PSP. Sarà inclusa anche la pubblicità? Sarebbe proprio il massimo disporre di unità portatili infarcite di contenuti video sotto forma di spot.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
30 nov 2005
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