Spot online, Time Warner alleata di Microsoft?

Spot online, Time Warner alleata di Microsoft?

Sempre più probabile un'intesa che potrebbe rivoluzionare il settore dell'advertising in Internet e mettere in difficoltà Google. Ma non è detta l'ultima parola
Sempre più probabile un'intesa che potrebbe rivoluzionare il settore dell'advertising in Internet e mettere in difficoltà Google. Ma non è detta l'ultima parola


New York (USA) – Time Warner ha iniziato le “grandi manovre” nel settore pubblicitario online. Da settimane i media statunitensi, su tutti il Wall Street Journal , stanno investigando sulle possibili partnership. Le aziende in ballo sono Microsoft e Google . La scelta non è ancora stata fatta, ma è certo che l’obiettivo è quello di creare un nuovo servizio di pubblicità online che potrebbe diventare il diretto antagonista di Google o il suo più fedele alleato. Fino a poco tempo fa Google sembrava essere la favorita, soprattutto grazie all’attuale collaborazione con AOL che integra il suo sistema di ricerca e le funzioni di “link sponsorizzati”.

Adesso, però, stando alle indiscrezioni raccolte da WSJ, Microsoft potrebbe vincere la partita e mettere sul piatto anche MSN Search . In ogni caso si tratterà di un accordo che non coinvolgerà gli asset societari, e quindi le quote azionarie, se non in minima parte.

L’unica voce fuori dal coro è rappresentata, al momento, dal finanziere – e importante azionista di Warner – Carl Icahn che negli ultimi giorni non ha risparmiato critiche nei confronti della strategia Time Warner. Secondo Icahn la risoluzione del contratto con Google provocherebbe perdite finanziarie importanti alle casse di AOL, proprietà di Time Warner. Dick Parsons, CEO di Time Warner, infatti, sta cercando di trovare una soluzione alle pressioni della cordata di Icahn, detentrice del 3% dell’intero pacchetto azionario della media company. Insomma, la lotta intestina sul controllo della “camera dei bottoni” diventerà l’elemento chiave per la scelta.

“Se Parsons riuscirà ad ottenere un contratto che permetterà alle azioni di salire sopra quota 18 dollari, la cordata di Icahn non potrà che battere in ritirata. In caso contrario si profileranno importanti cambiamenti in cabina di regia”, ha dichiarato Douglas Shapiro, analista presso Banc of America Securities .

AOL, sebbene sia ancora uno dei provider di riferimento negli Stati Uniti, con l’avvento degli accessi ADSL ha iniziato a perdere quote di mercato sul fronte delle visite al proprio portale. Nielsen/NetRatings ha stimato, per settembre, un traffico su AOL di 72 milioni di utenti. MSN ha raggiunto quota 89 milioni; Google “solo” 79 milioni. In testa alla classifica domina Yahoo con 99 milioni. “Sia Microsoft che Google sanno che AOL potrebbe cambiare le rispettive posizioni in futuro. Una sinergia in campo pubblicitario avrebbe effetti devastanti sull’intero mercato. La posta è altissima”, ha dichiarato un azionista di Time Warner.

Gli analisti del comparto pubblicitario sono convinti che si sia di fronte ad una rivoluzione copernicana del settore. Se Microsoft dovesse riuscire a trovare un accordo con AOL, nascerebbe la prima vera alternativa allo strapotere Google. Nel caso la società di Mountain View, invece, riuscisse con un “paso doble” ad assicurarsi un’intesa ai danni di Microsoft la pubblicità online si troverebbe di fronte ad una sorta di monopolio globale . La mega-società pubblicitaria avrebbe in controllo su un parco utenti di 151 milioni di persone. Da lì in poi vi sarebbero conseguenze non solo sui piani tariffari per gli inserzionisti, ma anche conseguenti ridimensionamenti delle politiche espansionistiche di Microsoft. Senza un forte apporto della pubblicità online i servizi gratuiti diventano un costo vivo.

Dario d’Elia

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Pubblicato il 7 dic 2005
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