Batterie, la UE ammorbidisce le leggi

Batterie, la UE ammorbidisce le leggi

Il Parlamento di Strasburgo ha votato nuove norme sul riciclaggio di batterie esaurite: meno obblighi per i paesi membri, più costi per i produttori di hardware
Il Parlamento di Strasburgo ha votato nuove norme sul riciclaggio di batterie esaurite: meno obblighi per i paesi membri, più costi per i produttori di hardware


Strasburgo – Il ramo legislativo dell’Unione Europea ha raggiunto un accordo sulla revisione delle leggi che regolano il riciclaggio di batterie per i 25 paesi membri. Le norme finora in vigore, varate dalla Commissione Europea nel 2003, imponevano paletti che alcuni Stati hanno sempre considerato come qualcosa di particolarmente scomodo .

Strasburgo ha così proposto ai 25 una nuova direttiva che impone di riciclare almeno il 25% delle batterie esaurite. Una soglia minima sicuramente vantaggiosa per paesi come il Belgio e la Svezia, dove rispettivamente vengono raccolte e riciclate il 59% ed il 55% delle batterie portatili in commercio, ma difficile per la Francia, dove viene riciclato appena il 16%.

L’UE spera di aumentare drasticamente la raccolta ed il riciclaggio di questi preziosi componenti elettrici entro il 2015, sperando in una media continentale pari al 45% di batterie riciclate. Per definizione, l’Unione Europea indica come “batteria portatile” qualsiasi tipo di accumulatore dal peso inferiore al chilogrammo: sotto questa categoria rientrano perciò i gruppi d’alimentazione dei laptop e le microbatterie dei cellulari .

Johannes Blokland, l’europarlamentare olandese che per primo ha proposto le nuove norme, è soddisfatto ma contemporaneamente preoccupato. L’eventuale fallimento di un impegno unitario per recuperare i componenti contenuti nelle batterie potrebbe costituire un grave danno ambientale : gli ultimi dati in possesso delle istituzioni comunitarie parlano di una produzione impressionante di rifiuti, pari a 158270 tonnellate di batterie all’anno.

Naturalmente questi dati statistici non tengono conto dell’allargamento ad est dell’Unione Europea, che ha contribuito notevolmente e senza ombra di dubbio ad accrescere la produzione totale di rifiuti tecnologici. Le preoccupazioni espresse da alcuni parlamentari nascono proprio dalla condizione d’arretratezza di certe regioni della nuova Europa, indietro persino nel rispetto delle norme ambientali varate precedentemente.

Stando alle ultime disposizioni di Strasburgo, tutte le batterie che utilizzano percentuali superiori dello 0,002 di cadmio, tranne quelle utilizzate nell’informatica e nei dispositivi biomedici, sono illegali e messe al bando . Lo stesso dicasi per le batterie che contengono più dello 0,0005% di mercurio. La mozione per rimuovere dal mercato le batterie con più dello 0,004% di piombo, un altro componente chimico dall’alto impatto ambientale, non ha ottenuto l’approvazione dell’assemblea.

Una novità interessante riportata dal portale Recycling Today parla di nuovi costi per i settori industriali coinvolti nella produzione di batterie: se le nuove disposizioni verranno ratificate dai 25, le aziende dovranno addossarsi i costi della raccolta, del trattamento e del riciclaggio dei componenti pericolosi.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 15 dic 2005
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